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Galleria Sanità: i Riformatori della Gallura si schierano con il Consiglio maddalenino.

PILERIDal sogno fallito del G8 alla mancanza del diritto alla salute. I Riformatori della Gallura si schierano al fianco del Consiglio maddalenino nella battaglia contro la cancellazione del Punto nascite e la lotta per il mantenimento dei servizi dell’ospedale Paolo Merlo. «Raccogliamo il richiamo degli amministratori comunali – dichiara il coordinatore provinciale Giovanni Pileri -. Ci impegniamo in questa battaglia per difendere i diritti delle future mamme della Maddalena. Non è ammissibile quanto sta succedendo. Mentre è possibile che Stato e Regione riescano a dilapidare 400 milioni di euro per un evento, il G8 mai fatto, non viene espressa alcuna vergogna davanti agli sprechi della politica. In virtù di un bieco obbiettivo di risparmio economico – sottolinea -, si taglia il diritto alla salute per accantonare poche centinaia di migliaia di euro che invece garantirebbero il diritto alla salute ai cittadini di un’isola sempre più isolata». Ricordando che la scelta è giustificata a un adeguamento al decreto ministeriale che prevede la cancellazione dei punti nascite in cui si registrano meno di 500 parti annui, Pileri evidenzia la necessità di una deroga. «Applicabile nei casi di particolari condizioni orografiche, come le isole minori – dice -. La Regione deve garantire efficienza e sicurezza delle strutture autorizzate». Poi annuncia: «Presenteremo un emendamento al piano di riordino sanitario regionale non appena la vicenda sarà discussa in Consiglio. Nel frattempo riteniamo che la Regione debba garantire il mantenimento del Punto nascite come “hub and spoke” dell’ospedale di Olbia, almeno per le situazioni di urgenza/emergenza. L’Ats Sardegna e l’area socio-sanitaria della Gallura devono assicurare l’integrazione della pianta organica dell’ospedale olbiese, nonché il servizio di guardia anestesiologica in quello isolano 24 ore su 24. Presenteremo inoltre un emendamento perché l’ospedale Merlo venga classificato come “ospedale di sede disagiata”, con l’aggiunta di una sezione di ostetricia con i connessi servizi atti a garantire un parto in condizioni di sicurezza.

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