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Galleria La nostra ‘CONCORDIA’ non e’ stata portata a galla (ex arsenale)

ex arsenale copiadi Francesco Nardini

600 milioni di euro.
Questa la mastodontica cifra stanziata per mettere in sicurezza la nave Concordia abbattutasi sugli scogli dell’isola del Giglio il 13 gennaio scorso. Una cifra enorme, più alta di quella ufficialmente spesa dallo stato per compiere il delitto del grande evento del G8 a La Maddalena, di cui tutti sappiamo come è andata a finire. Non siamo gelosi, ci mancherebbe altro. Siamo realisti e pensiamo che con 16/20 milioni si potrebbe finalmente bonificare il sito dell’ex Arsenale e, magari, riuscire a concretizzare qualcosa per la prossima estate: dare magari lavoro a un centinaio di giovani disoccupati che ciondolano nelle nostre strade con le mani in mano. Ma forse esageriamo. Non esageriamo, tuttavia, se diciamo che con un millesimo di quella cifra si potrebbe garantire la continuità territoriale a La Maddalena. E sì che ne abbiamo di crediti nei confronti dello stato! Eppure, da cittadini di serie B, potremo constatare, quello sì, che fra dieci giorni la compagnia N.G.I. e la Enermar lasceranno gli ormeggi isolani per aspettare la primavera, mandare a casa un bel po’ di lavoratori, e riprendere il servizio in primavera. Notate, un millesimo di quella spesa, se è vero che per dare fiato alle due compagnie basterebbero, secondo conti già verificati, 600 mila, di euro. Non siamo nemmeno così presuntuosi da pensare che al Giglio debba continuare a restare lo spettacolo della Concordia mezza affondata. Però sappiamo bene che le polizze assicurative pagate dalla società ‘Costa Crociere’ possono, e dovrebbero, coprire se non tutta la spesa, almeno una gran parte di quella cifra, dato che le assicurazioni sono obbligatorie per legge.concordia b E allora? Paghino le assicurazioni per il danno, visto che intascano soldi a valanghe. Perché debbono pagare tutti gli italiani? I nostri sono pensieri ad alta voce? Anche quando imprechiamo sui moli in attesa di rientrare a casa dopo una giornata di lontananza, o litighiamo con il vicino d’auto per la precedenza all’imbarco, pronunciamo pensieri ad alta voce. E che dire delle parole ad alta voce di chi si vedrà espropriato del proprio diritto al lavoro? Cosa possiamo fare? Non dimenticare. Magari il prossimo anno, quando ci saranno le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, qualcuno dovrà pure farsi avanti a chiedere il voto degli Isolani. Sarà una bel comportamento da paese civile e democratico se rispolvereremo queste situazioni e li porremo sul piatto della bilancia. Allora, se non siamo stupidi del tutto, potremo ripagare con egual moneta coloro che ci verranno a chiedere il voto. Ma dovremo essere onesti e senza alcuna paura nel chiedere: “cosa hai fatto tu per La Maddalena?” e giudicare, promuovere o bocciare, a seconda del caso.

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