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Galleria Il saluto dell’amico prediletto.

franco 3Di Salvatore Abate

Caro Antonello,
ti confesso che per buttare giù queste righe ho dovuto superare intralci mentali importanti.
Non trovo le parole giuste per definire una relazione umana e professionale finita
repentinamente e, accidentaccio, senza una benché minima prova di appello.
Ci sono parole che ci fa paura pronunciare, verso le quali nutriamo repulsione: fine, distacco.
Franco Nardini, qualche anno fa, mi ha regalato un suo libro. La dedica che accompagnava il dono era la sintesi del legame tra due persone diversissime tra loro per carattere e per tempra. Riflessivo e paziente lui, impulsivo e insofferente io. Dicevo, Franco, mi aveva definito, il “compagno prediletto di innumerevoli viaggi culturali”.
Non era solo la cultura, però, ad avvicinarci. Era altro di indefinibile, di magnetico direi
Penso ai luoghi, che resteranno d’ora in poi, solo luoghi della memoria. E allora lasciami parlare per immagini, perché non ho nessuna voglia di scrivere un banale coccodrillo.
Cala Gavetta e i tanti caffé, rigorosamente macchiati e serviti in un bicchierino di vetro. Le attese nella piazza della chiesa: la messa era finita ed era l’ora di rientrare a casa, almeno per lui e per la sua signora. I pomeriggi passati a dare la caccia all’editore Paolo Sorba che trova sempre una scusa plausibile per ritardare la pubblicazione del nostro libro. Queste fotografie degli ultimi tempi saranno quello che accompagneranno il ricordo, che niente e nessuno potrà sottrarci. Nemmeno chi ha deciso che la corsa è finita, e che è arrivato il momento di scendere.
Se vado a ritroso, recupero i nostri primi pezzi, che risalgono a trenta anni fa, pubblicati su riviste durate in edicola lo spazio di un numero zero. E le radiocronache allestite sotto una pioggia incessante, da una postazione traballante dal “pratino”del campo sportivo. Ancora ,Radio Arcipelago, fine anni Settanta. Radio e Tele Maddalena, dal 1985 fino alla chiusura. Di più:il gruppo della rivista Sardegna Nord, diretta dal versatile Giovanni Gelsomino. Può bastare? No, di sicuro. Penso a tutto quello che abbiamo concluso o che abbiamo lasciato incompiuto. E’ stato un po’ come le antiche fiabe. Ti è dato un numero di desideri da esprimere. Si potranno realizzare solo se sei capace di sfruttare fino all’ultimo secondo il tempo che ti è stato assegnato.
Chiudo qui. Penso che basti. Il resto rimane dentro di noi. franco 4franco 7

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