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Gli ‘arsenalotti’ hanno assistito inermi a un cambio di rotta repentino.

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NVE00108Di Tore Abate
Questa mattina, dopo molto tempo, mi è capitato di recarmi, e di “ammirare” la più imponente cattedrale nel deserto che i maddalenini hanno ereditato da un evento mai prodotto ma che, paradossalmente, ha procurato danni e rovine tanto quanto i bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale.
L’Arsenale militare di Moneta era, da oltre un secolo, una finestra che s’illuminava alle prime luci dell’alba, quando mille contatti umani lo rendevano vivo, vitale.
Ora sembra spenta, quella finestra, a dispetto delle mille luci innaturali dello sfavillante centro congressi sospeso sull’acqua, simbolo inutile di un recupero conveniente della struttura, che doveva avvenire attraverso un evento neppure assaggiato.
Una luce fioca è diffusa da quelle vetrate gigantesche, smisurate, simile a quella di una candela che si sta consumando lentamente.
Gli ‘arsenalotti’ hanno assistito inermi a un cambio di rotta repentino, imposto da un evento ingovernabile, troppo grande per la loro misura delle cose, e hanno pensato di essere piccoli di fronte al mondo. Hanno perduto la loro dimensione, queste donne e questi uomini isolani, accettando senza diritto di difesa una ‘contronatura’ imposta da altri.
Per loro è come se fosse avvenuta un’apocalisse civile, causata dalla testardaggine, banale e infruttuosa, di chi ha pensato che La Maddalena avesse potuto fare a meno, in maniera traumatica della sua cultura e dei suoi strumenti di civiltà.
Un taglio netto con le tradizioni è pericoloso. Guai a rinnegare ‘su connottu’, come sostengono sapientemente i Sardi, in nome di un inverosimile ed irraggiungibile ‘paradiso artificiale’.
Eccola la nostra identità brutalmente violata, distrutta.
Si squarcia il cuore di ogni isolano degno di rispetto, non solo delle persone che operavano nell’Arsenale militare di Moneta, davanti a questo strazio.
Lo stabilimento era un luogo di lavoro, ma pure una scuola di vita, una fucina di talenti, un ‘nido’, un punto di incontro tra i maestri e gli allievi, tra i padri e i figli, tra gli uomini e i ‘militanti’. Un luogo dove poteva essere appreso un mestiere da trasmettere ai posteri.
Era, insomma, lo specchio fedele della società maddalenina: multiforme, multietnica, composita e polivalente.
I vecchi, e pure le persone di mezza età, hanno perduto per sempre il loro riferimento culturale e sociale. Era un riferimento rispetto all’esterno, rispetto a tutto quello esisteva da ‘mezzo passo ’ in poi … .
I danni provocati dalla distruzione dell’Arsenale nessuno potrà mai risarcirli, perché non si può risarcire il furto di un patrimonio di conoscenze e di valori che forma una comunità civile.

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