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Galleria Nove anni di buio pesto nell’Amministrazione Comiti

VERGOGNE ISOLANEDi Francesco Nardini

Non posso, non possiamo, non essere d’accordo su quanto asserito dall’amico e collega Roberto Zanchetta su ‘Liberissimo’ dello scorso 5 marzo. Sì, noi “Siamo una comunità che, come sempre, riesce a farsi del male”. L’episodio della mancata nomina di un nostro rappresentante in consiglio comunale ne è la prova concreta, ma tante altri piccoli e grandi fatti ci portano a corroborare quanto detto da Roberto. Senza soffermarmi su questo fatto, cito ad esempio, la recente nomina dei quattro rappresentanti della Comunità del Parco da parte dell’ormai ex presidente Ugo Cappellacci. Non siamo certo contro le persone prescelte, ma resta la macchia di una decisione presa al di là della legge e dell’etica deontologica amministrativa, essendo ormai Cappellacci ‘sine titulo’ per procedere alla nomina. Un abuso che non ha trovato alcun riscontro a Cagliari, semplicemente perché colà La Maddalena non incontra alcun interesse politico.
Questa è la verità: dove non c’è interesse non c’è interessamento.
Così, con gli stessi parametri, possiamo passare dal macros della Regione al micros della nostra città. Dopo non meno di sei anni dalla fuoriuscita degli Americani (2008) che interesse ha l’amministrazione civica sulla ex scuola della Trinita? Che interesse ha al completamento e/o alla destinazione dell’ex Opera Pia? Se la Regione è lontana e può gestire i fatti suoi riparandosi dietro lo schermo della non-presenza di deputati maddalenini in loco, qui sull’Isola tale schermo è miseramente trasparente e si vede tutto. Anzi, non si vede niente. Buio pesto. Nel frattempo, dietro questo disinteresse totale, due delle strutture definite di ‘alta qualità’ dal punto vista civico e culturale stanno inesorabilmente distruggendosi nel nulla. E dire che i nostri amministratori si stanno macerando dietro il refrain del patto di stabilità che non permette di spendere un centesimo in alcunché dei 19 milioni di euro accantonati nella cassa comunale. Eppure le due strutture che abbiamo menzionato un valore ce l’hanno, fosse solo come valore materiale del costruito. Potrebbero essere sottratte al capestro della legge di stabilità. Credo che, con delle apposite convenzioni, si potrebbero dare in gestione a gruppi di imprenditori, o cooperative di giovani, e ricavarci poi – al di là della manutenzione ordinaria che consentirebbe (siamo ancora in tempo?) di mantenere in decenza la struttura- magari di ricavarci qualche migliaio di euro che in questi tempi non è cosa da buttar via e dare un piccolo stipendio a qualche giovane in cerca di primo lavoro. Ma c’è interesse a farlo? Da come stanno adesso le cose mi pare proprio di no.

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