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LandWorks Sardinia 2014

LW2014VillaWebberOpening31Maggio_FotoAFaggioniNOTE RASSEGNA STAMPA- LandWorks Sardinia 2014,
22 Maggio – 1 Giugno, Villa Webber, La Maddalena.

Di Arch. Annacaterina Piras
Coordinatore Scientifico Landworks

Workshop Operativo-Festival itinerante di installazioni effimere in situ per la valorizzazione paesaggistico-culturale e il rilancio economico dei territori ricadenti all’interno dell’Arcipelago della Maddalena (Villa Webber), coordinato dall’Associazione Culturale Landworks, in collaborazione con il Master in Mediterranean Landscape Urbanism, istituito presso il DADU, Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero, Università degli studi di Sassari, oltre che un fitto network di Istituzioni Accademiche internazionali, patrocinato dal il Comune di La Maddalena, insieme al Ministero del’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, il MIBACT, Ministero per i Beni Culturali, e del Turismo, l’Assessorato all’Ambiente delle Regione Sardegna, L’Ente Foreste della Sardegna.

Lo scorso 31 maggio si è concluso il Workshop Operativo LandWorks-Sardinia 2014 presso Villa Webber, sito prescelto per questa IV Edizione dagli organizzatori dell’Evento, Stefan Tischer, direttore scientifico e Annacaterina Piras, coordinatore e presidente dell’Associazione culturale LandWorks, grazie al prezioso contributo della coordinatrice logistica Paola Serrittu.

Parte dell’immenso Parco dell’unico bene culturale è finalmente così stato riaperto al pubblico, dopo anni di chiusura, dovuta sopratutto alle condizioni precarie della Villa. L’Associazione LandWorks ha lavorato per mesi siglando un accordo con i proprietari, garantendo e rispondendo in prima persona per eventuali pericoli che la propria corposa delegazione di oltre 60 partecipanti, accompagnati da Proff, Tutors, Fotografi ufficiali e Performers, adeguatamente coperta da assicurazione, avrebbe dovuto affrontare. Per questo motivo l’apertura ai locali è potuta avvenire solo ed esclusivamente durante la giornata della chiusura dell’Evento del 31 di maggio, sotto il controllo serrato degli organizzatori, che per ragioni di sicurezza hanno dovuto evitare qualsiasi tipo di accesso alla struttura pericolante del prezioso manufatto storico, realizzato verso la fine dell‘800 dal ricco uomo d’affari Sir James Webber e divenuto in seguito temporanea dimora del Duce nell’Agosto del ’43.

L’idea alla base della scelta di ambientazione per questa IV edizione del LandWorks del peculiare manufatto storico, sarebbe quella di poter ricreare all’interno del Parco circostante una importante collezione di installazioni effimere in divenire, che ogni anno possa coinvolge importanti figure appartenenti al paesaggismo internazionale e al mondo artistico (LandArt), per riuscire a ricreare esperienze simili, già realtà assodate in ambiti nazionali e internazionali, come per esempio Arte Sella in Trentino, o il festival des jardins di Chaumont Sour-Loire in Francia, che col tempo riescano a creare un flusso crescente di turismo culturale o alternativo, in grado di sviluppare un indotto turistico, riuscendo a destagionalizzare l’offerta turistica dell’Arcipelago.

Grazie al prezioso Contributo dell’Amministrazione Comunale della Maddalena, in primis dell’Assessore Mauro Bittu, la manifestazione, che lo scorso anno aveva visto muovere diverse polemiche dovute all’installazione dei contestati seggiolini arancioni, e che sino a qualche mese fa soffriva ancora di forti riserve da parte della popolazione locale, ha potuto finalmente mostrare il suo spirito votato alla partecipazione e coinvolgimento dei abitanti del luogo e la valorizzazione delle peculiarità e risorse locali, sia in termini di bellezze architettonico-naturalistiche (beni culturali), che di memoria storica e senso del luogo, puntualmente riportati ai partecipanti della Manifestazione di questa edizione da gran parte dei maddalenini.

Se l’anno scorso anche l’Ente Parco aveva avuto l’opportunità di patrocinare la Manifestazione e mettere a disposizione le sue strutture deputate all’alloggio e accoglienza del campo di Stagnali, per poi prendere la distanza dal progetto a seguito delle polemiche sorte all’indomani dell’installazione delle Orange Chairs, note tra i locali come i “seggiolini arancioni”, fino ad arrivare alla loro rimozione forzata, quest’anno i veri protagonisti della Manifestazione sono stati l’Amministrazione Maddalenina con la sua popolazione. Sin da subito infatti gli abitanti sono stati coinvolti nel processo di realizzazione delle opere, chi attraverso interviste, con cui raccontare la personale storia e rapporto con il bene culturale di Villa Webber, chi offrendo in prima persona un prezioso contributo con i propri mezzi e know-how, come la simpaticissima partecipazione della Filarmonica Giuseppe Garibaldi, sin da subito coinvolta nel progetto, che ha poi offerto una interpretazione delle composizioni tradizionali durante la performance finale live, svoltasi il pomeriggio del 31 maggio.

La Banda ha inoltre lavorato in stretta collaborazione con il team leader/soundscaper, Lorenzo Brusci, che ha puntualmente registrato storie e memorie locali, alternandole a suoni naturali a riprodurre quei suoni di vissuto, che verosimilmente abitavano la Villa ai tempi degli ultimi discendenti di James Webber, oltre ad aver deliziato i partecipanti e curiosi temporaneamente intervenuti, attraverso la performance multimediale, a cui hanno preso parte anche un team di Parkour, selezionati tra i migliori ginnasti provenienti da tutta l’Isola, la cantante barocca Mimi Coviello, unitamente al loro ristretto gruppo composto da parte dei partecipanti convenuti da più parti per questa IV Edizione dell’Evento.

L’idea alla base della nascita dell’Associazione Culturale no profit LandWorks, è quella di offrire a un pubblico di partecipanti provenienti da tutto il mondo la possibilità di seguire percorsi formativi pratici di altissimo livello, in compagnia di artisti e paesaggisti d’eccezione, tra i più rinomati a livello internazionale, per poi lasciare nel luogo opere più o meno effimere, realizzate precipuamente con materiali reperiti in loco, organici e inorganici, quali diretta espressione della re-interpretazione della memoria locale. Tra i materiali che solitamente vengono ogni anno contemplati dai partecipanti, vi sono sia rifiuti recuperati che materiali naturali rinvenuti in loco. Esempio di rifiuti recuperati sono le barche un tempo abbandonate in territorio demaniale, riutilizzate e installate in Porto Palma dal team di Christian Phongphit durante la scorsa edizione 2013, insieme a quelle riutilizzate per questa edizione 2014, ora visibili all’interno del Parco della Storica Proprietà. Quest’anno i relitti recuperati hanno trovato nuova dimora incastonati tra i preziosi graniti dell’immensa proprietà e sono divenuti appoggio temporaneo, quale luogo di sosta e riflessione, a ricordo del viaggio col quale James Webber giunse nell’Arcipelago; i materiali riutilizzati acquistano così una nuova funzione, divenendo possibilità per il fruitore di pausa e utilizzo di una mini-libreria a ricordo dei preziosi tomi che componevano l’immenso patrimonio librario che fu di Sir Webber, parte integrante della Villa sino ai primi del novecento, divenuto poi combustibile per i nostri soldati in epoca di guerra.

L’immenso Parco ha potuto così aprirsi al pubblico, impreziosito dalle leggere e momentanee perturbazioni, manufatti e rivisitazioni realizzati nell’ambito del progetto LandWorks, sorti durante le 10 intense giornate trascorse dai partecipanti, professori e organizzatori all’interno del notevole contesto paesaggistico del bene culturale.

La qualità indiscussa degli interventi, ha visto il Parco arricchirsi di un percorso lungo l’attuale muraglia dove Sir James Webber proteggeva il suo prezioso agrumeto dal forte vento locale; la muratura consolidata e arricchita di elementi di sosta, tutti realizzati attraverso il riciclaggio di materiali di scarto, riutilizzati e reinterpretati, offre oggi un percorso privilegiato dal quale godere un panorama mozzafiato a 360° del contesto naturalistico ad opera del gruppo di Roberto Zancan, team leader per la terza volta all’interno della Manifestazione. Grazie al meticoloso lavoro di ricerca e ricostruzione, è accaduto inoltre che i ruderi, un tempo dimora di animali da cortile e volatili necessari all’economia delle genti/operai che lavoravano intorno alla dimora storica, contribuendo a fare della Proprietà di allora una vera e propria officina, ove si realizzavano, oltre che i manufatti che circondavano la Villa, gli arredi che ne abbellivano gli interni, hanno potuto rinascere e raccontare la loro storia ai curiosi visitatori locali e non, grazie al sapiente lavoro di Walter Hood e il suo gruppo.

Preziosissimo è risultato l’intervento ad opera delle due Paesaggiste Sue Anne Ware e Maria Gabriella Trovato poichè hanno lavorato esclusivamente nel paesaggio urbano, per tutti i 10 gironi di programmazione, coinvolgendo i locali e raccontando la storia del luogo, arricchendo al città di piccoli interventi puntuali e performances, da scoprirsi durante i soliti percorsi dai locali o risultando insolite sorprese per gli abitanti occasionali.

Altamente site specific l’intervento del gruppo capitanato da Ferdinand Ludwig, anche lui team leader consueto della Manifestazione sin dall’edizione 2012: l’architetto tedesco specializzato in costruzione di architetture vegetali, per quest’anno e’ riuscito a realizzare un intervento altamente poetico “per sottrazione”. Senza aggiungere alcun elemento nel luogo prescelto all’interno dell’affascinante cornice del Parco di Villa Webber, semplicemente attraverso il sapiente utilizzo degli attrezzi preposti per l’operazione, l’artista ha realizzato una composizione unica attraverso la lavorazione dell’ultimo strato di corteccia dei sugheri, gli stessi che venivano coltivati apposta per la produzione di sughero sin dai tempi di James Webber.

Il cuore dell’intero sito di ambientazione del LandWorks 2014, il Piazzale antistante la Villa, è stato invece completamente ripulito e reinterpretato dalle sapienti mani del Paesaggista Stefan Tischer, attraverso un ricostruzione alquanto meticolosa di quanto era stato in passato ed oggi è rimasto dell’antico giardino, voluto dallo stesso James Webber; l’intervento è stato poi impreziosito da contaminazioni di arte contemporanea, attraverso le performances dei Parkour e le sonorità create da Lorenzo Brusci per la giornata di apertura dell’Evento.

A conferma di una proposta che appare quanto mai plausibile, da più voci pervenuta da parte dei locali, durante le varie intense giornate di programmazione, ma ancora di più alla luce del forte riscontro appurato in occasione dell’inaugurazione delle istallazioni, in occasione della giornata di chiusura dell’Evento, l’Associazione intende lavorare di concerto con l’Amministrazione Comunale e con la Proprietà per offrire periodiche visite su prenotazione delle nuove installazioni, sia ai locali che ai turisti, offrendo così l’opportunità per chi non c’era di poter apprezzare dal vivo le opere scaturite all’interno del progetto LandWorks. Questa quarta edizione è nata da una forte intesa e volontà di compartecipazione tra la Proprietà, L’Amministrazione Comunale e l’Associazione culturale, che qui funge da mediatore culturale, quale legante tra le risorse locali e la volontà dell’Amministrazione, nella direzione di una valorizzazione delle peculiarità locali per lo sviluppo di fonti di indotto economico alternativo, supportata da una straordinaria partecipazione del tessuto locale.

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