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CINQUE TRAGHETTI

Siamo su scherzi a parte? No, è la pura realtà.
Di Roberto Zanchetta
Prendere un traghetto, per raggiungere la terra ferma, è diventato un esercizio difficile, quasi complicato, se poi lo devi fare con quella necessità che, talvolta, capita a noi isolani, senza aggiungere le urgenze di carattere sanitario, la cosa diventa quasi impossibile. Non si può più pensare di prendere l’auto e raggiungere il porto nella speranza di trovare un mezzo che da li a poco leverà gli ormeggi, i nostri movimenti, oramai, debbono essere programmati con largo anticipo. In questi casi, la rabbia ci porta a ripetere: “Siamo tornati indietro di trent’anni”. No, non è proprio così signori, in queste condizioni non ci siamo mai trovati, trent’anni fa la compagnia pubblica garantiva il servizio sino alla 23,30 in uscita, il primo mezzo partiva alle 4,30. E’ vero non vi erano i privati ma, oramai, anche quelli non vi sono più. La Delcomar, unica compagnia, non pubblica, ad eccezione del servizio notturno, coperto dal finanziamento regionale, effettua qualche corsa diurna e dalle 16 inizia il fermo macchine. Insomma lo slogan, isolani e isolati, su cui una volta si giocava nei termini, è diventato, tristemente, attuale e amaramente, reale. L’isola si è allontanata dalla terra ferma, mezzo passo ha allungato la “falcata” e noi ci sentiamo sempre più abbandonati. Nulla si muove a livello politico, nulla viene fatto per evitare il continuo declassamento dei maddalenini, già considerati cittadini di serie B. L’elenco dei servizi mancanti, di quelli perduti e di quelli mal funzionanti, si allunga giorno dopo giorno. Inutile nasconderlo, nulla più funziona, correremo il rischio di cadere nell’errore di far finta di non vedere, allora lo ricordiamo ai finti sordi, scuotetevi dall’immobilismo e provate a riprendere in mano, pian pianino, magari uno per volta, ogni singolo problema per cercare di dare delle risposte. Sono già trascorsi i primi dieci giorni del nuovo anno, il tempo vola, la stagione estiva 2014, oramai sta per bussare alla porta, vogliamo davvero pensare di aver un paese pronto? Vogliamo pensare che qualcosa sia cambiato o stia per cambiare, rispetto alle passate edizioni? Su, siamo onesti e seri, qua poco funziona ed i problemi si sono incancreniti, niente è stato modificato e nulla, purtroppo, cambierà, lo diciamo per l’esperienza di cose già viste. Il fallimento ricade, necessariamente sulle spalle di chi ha le responsabilità, cioè, di chi amministra (ma anche di chi ha amministrato), di chi detiene le chiavi del controllo del territorio, un territorio orfano di una guida capace, autorevole, non solo autoritaria e soprattutto carica di nuove energie e voglia di cambiare. L’inerzia che da lungo tempo ha avvolto il palazzo, sta travolgendo l’intero paese, sempre più deluso e depresso.
La chiusura definitiva del Club Med di Caprera, si aggiunge alla lista delle incompiute e dei fallimenti. Con la perdita del Club del tridente, scompare anche un pezzo della nostra storia legata al turismo, nato nel 1953 come Club Magique, nella meravigliosa pineta di Cala Garibaldi di Caprera è stato, per oltre cinquant’anni, un simbolo del turismo internazionale. L’Isola, dunque, continua a perdere pezzi, forse, non ve ne sono più da lasciare sulla strada, il decadimento è totale ed in mezzo a questo marasma, a questa confusione, a questo vuoto di potere e controllo, l’Ente Parco si muove indisturbato e senza opposizione, gestendo, contro i maddalenini, il territorio a seconda della volontà di un manipolo di persone collocate su quelle poltrone per nomina o per decreto del Presidente, formando una casta inviolabile nei fatti e nelle parole. Con una guida autorevole e forte, non solo con i deboli, decisa e determinata nelle considerazioni e consequenziale a queste, noi cittadini ci saremmo sentiti, sicuramente più garantiti. Tra un mese andremo a scegliere la nuova guida della Regione, oggi, il quadro delle candidature maddalenine non è cambiato rispetto al passato, frammentazione totale con la garanzia di un nuovo flop. Una moltitudine di figure, molte delle quali, con il dovuto rispetto, completamente all’asciutto dei complicati ingranaggi del, super burocratizzato, sistema politico italiano, senza aver mai compiuto anche il più elementare passaggio. attraverso il primo sentiero per l’ascesa alla vita politica che conta…, Ragazzi, su, ragioniamo, non siamo su scherzi a parte!!!

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