Le campagne elettorali locali
SEMPRE PIU’ VUOTE, SEMPRE PIU’DISAFFEZIONE
Le campagne elettorali, sebbene rappresentino un momento centrale nella vita democratica dell’Isola, come peraltro per l’intero Paese, rischiano, paradossalmente, di aumentare la disaffezione dei cittadini dalle istituzioni e, più in generale, dalla politica.
di Salvatore Faggiani
Siamo ormai giunti al mese di febbraio e stiamo entrando nella fase calda della campagna elettorale. Le elezioni comunali si avvicinano e di conseguenza cominciano a sentirsi i primi spifferi delle consuete promesse elettorali dei candidati e, ancor più grave se fosse vero, della tecnica, già usata dall’attuale amministrazione, per riuscire ad ottenere i voti per un terzo mandato. Infatti cinque anni fa a maggio sotto elezioni è stato inaugurato il parco giochi chiuso subito dopo ad elezioni vinte. Lo scorso anno sempre sotto elezioni (regionali) è stata piazzata una rotatoria con un costo non indifferente; per queste prossime elezioni sembra che abbiano programmato l’inizio dei lavori di Piazza XXIII febbraio. A questo punto la domanda nasce spontanea, come affermava il giornalista Antonio Lubrano: se sotto elezioni si riesce a fare delle opere vuol dire che si può fare, mentre nel restante periodo di legislatura non si è voluto fare, e il rispetto del patto di stabilità è solo una banale scusa usata per coprire il lungo periodo del nulla e per aumentare o creare tasse (vedasi Tasi). Un’eventuale inizio dei lavori della suddetta piazza, prima delle elezioni, confermerebbe quanto sospettiamo. Tornando al tema toccato nella prefazione di questo articolo e cioè alle campagne elettorali, il paradosso consisterebbe nel fatto che, nonostante esse rappresentino uno tra i luoghi deputati alla competizione politica che si interroga sulle varie proposte messe in campo, scandite secondo i tempi della comunicazione, la campagna elettorale spesso si arricchisce di promesse che difficilmente potranno essere mantenute. Così, da luogo di confronto (e scontro) politico, le campagne elettorali rischiano, insomma, di trasformarsi quasi esclusivamente in un grande evento nel quale conta più l’ “effetto” piuttosto che il “contenuto” della proposta. Animati esclusivamente dalla logica del consenso, i candidati cercano, prima di tutto, di operare attraverso mosse e azioni che sul piano della comunicazione sappiano dare un primo risultato efficace: arrivare alla pancia degli elettori ben prima che alla loro testa. Per questo è importante evitare, come già scritto in un precedente articolo, la “confusione di come votiamo” e prendere come esempio le ultime due legislazioni. Dobbiamo insomma evitare di essere complici delle cosiddette “promesse ingannevoli” e soprattutto fare attenzione a riconoscere quelle dichiarazioni e promesse evidentemente esagerate da non essere ritenute ingannevoli ma solo vere e proprie panzane elettorali. E’ vero che la memoria dei cittadini è sempre troppo corta ma qualcuno che ricorda c’è; allora sarebbe da rammentare che questi signori chi solo politicamente, chi personalmente, sono i responsabili dell’attuale situazione sociale-economica della Maddalena. Per quanto ci riguarda (noi cittadini), per impedire che una cattiva gestione amministrativa si ripeta e far in modo che tutti prendano coscienza dei problemi a tempo debito non è più pensabile nascondere la testa sotto la sabbia e continuare a lasciar fare sempre alle stesse persone.
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