Gli articoli di “Liberissimo, con dettagliato servizio fotografico, i servizi di Corrente Tv, le pagine de “La Nuova”, “L’Unione Sarda e del “Vento”, non hanno scalfito minimamente l’imperturbabilità degli amministratori comunali e dei vertici dell’Ente Parco, c’è voluto Cristian Cocco, con Striscia la Notizia, per destare preoccupazione agli interessati. Stiamo parlando, nuovamente, delle opere d’arte realizzate a Caprera, in occasione del Landwork 2013. La storiella la conoscete tutti, ne abbiamo stancamente discusso, le barche appese dentro i capannoni di Porto Palma, dal tetto pericolante, le piantine posizionate nelle batterie di Punta Rossa o l’elicriso eradicato e sparso nei capannoni della stessa batteria, dove precisi cartelli ne impedirebbero l’accesso per la presenza di amianto, i seggiolini arancioni, imbullonati sui muretti e sui tetti della batteria di Poggio Bacca’ o cementati sugli spuntoni di roccia. Di questo ne abbiamo, immediatamente dopo la grande e “artistica” realizzazione, abbondantemente parlato, era il giugno scorso. In tempi brevissimi, la notizia ha fatto il giro dell’Arcipelago raggiungendo, subito, i diretti interessati, i quali con mail, sms o per contatto diretto, rigettando e rimbalzandosi le responsabilità, hanno rimarcato, con frasi poco signorili, la nostra ignoranza in materia. Con la loro ben nota tracotanza, hanno indossato l’impermeabile per farsi scivolare, critiche e accuse che, si badi bene, da tutta la comunità, non soltanto da parte della stampa locale, sono state sollevate. Oggi, a distanza di oltre sei mesi e dopo l’intervento di Striscia la Notizia, i rappresentanti del LandWork, Ente Parco e Comune di La Maddalena, hanno cercato di giustificare, in modo poco convincente, la qualità e l’alto profilo di quelle “opere d’arte”. Sarebbe bastato poco, sarebbe stato più che sufficiente, programmare subito un pubblico incontro, senza dover attendere l’arrivo di Canale Cinque, per provare a giustificare quel criticatissimo intervento. Avremmo accettato, serenamente, il confronto per chiarire, democraticamente le posizioni e soprattutto si sarebbe evitato il fragore che, anche a livello nazionale, tale iniziativa ha provocato. Ciò che, invece, ha colpito è stato il palese snobismo nei confronti del maddalenini, tutti. Oggi, i signori dei due “Palazzi” e gli organizzatori dell’evento, hanno cercato di porre rimedio, preoccupati della china negativa, a livello nazionale, attivata dall’intervento di Striscia la Notizia. Tutto questo la dice lunga sulla considerazione che, chi amministra l’intero Arcipelago, ha dei suoi amministrati. Finché la questione è rimasta circoscritta tra Razzoli e I Soffi, è stato facile fare spallucce, infischiandosene delle lamentele e delle critiche, giuste o sbagliate, piovutegli addosso. Come la notizia è diventata di dominio nazionale, ecco attivata la pantomima per addurre inutili e inconsistenti giustificazioni. Personalmente, come maddalenino, mi sento offeso per l’atteggiamento di totale indifferenza e di alterigia che, tutti i protagonisti di questa storia, hanno messo in campo, spingendo qualcuno a chiedere l’intervento della nota trasmissione televisiva del Biscione. Sarebbe stato elementare aprirsi e dialogare con la collettività ma, evidentemente, le orecchie qualcuno preferisce disattivarle quando si tratta di rimanere a contatto con la comunità. Una nota positiva la vogliamo sottolineare, anche da parte dell’Ente Parco, presente il Direttore, è stata criticata e condannata l’iniziativa di cementare il “famoso” seggiolino arancione sulla roccia e di eradicare l’elicriso, per spargerlo nei cameroni di Punta Rossa. Apprezzabile il tentativo del Professor Tischer per giustificare la mancata comunicazione con la collettività, anello debole di tutta l’organizzazione. Da condannare, invece le affermazioni della dottoressa Maria Caterina Piras, organizzatrice dell’evento che in più passaggi, ha rimarcato di aver portato all’isola oltre cento ragazzi giunti a proprie spese. Omettendo, però, che l’ospitalità è stata offerta dal Parco presso il C. E.A. di Stagnali, quindi con una infinitesimale ricaduta economica per il territorio.
La comunità merita più rispetto e considerazione, non si può sperare sempre in una silente e inconsistente reazione, i consensi si ottengono, pur sbagliando, con il dialogo, anche se talvolta aspro e acceso, ed una corretta comunicazione, ciò che, in questa nostra isola, da troppo tempo se ne sente la mancanza.
Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena – Comunicato stampa del 14.11.2013
Promosso dall’associazione culturale “Landworks”, l’incontro dibattito “LandWorks tra Arte e Natura? catalizzatore del dibattito sulla valorizzazione paesistico-ambientale” è stata l’occasione per chiarire responsabilità e competenze di ciascuno dei soggetti coinvolti in merito alla vicenda che ha animato il dibattito in seno alla comunità maddalenina rispetto al posizionamento di “installazioni effimere” realizzate in diversi siti dell’Isola di Caprera dalla stessa associazione nel corso del workshop tenuto lo scorso mese di giugno. Scarsa la partecipazione di pubblico in sala “Ex Ilva” rispetto a un tema che ha acceso le polemiche sui principali social network e sulla stampa. A rappresentare le posizioni dell’Ente Parco il Direttore Ciro Pignatelli che ha chiarito: da un lato l’esclusivo supporto logistico fornito agli ospiti durante la manifestazione garantendo ospitalità presso le strutture del CEA del Parco, dall’altro: le immediate perplessità comunicate pubblicamente rispetto alle opere allestite (in particolare per quello che riguardava la loro compatibilità ambientale) e le ragioni del ritardo nella rimozione delle “orange chairs” i seggiolini arancioni sui quali si è puntata l’attenzione.
«L’Ente Parco, ha favorevolmente accolto l’iniziativa promossa dall’Associazione Landworks giudicandola un’occasione di scambio proficuo – ha spiegato il Direttore Pignatelli – ci aspettavamo più consapevolezza rispetto al fatto che gli ospiti: (architetti paesaggisti provenienti da tutto il mondo) agivano all’interno del perimetro di un’area naturale protetta: un Parco nazionale. Per quello che ci riguarda – sottolinea Pignatelli – è doveroso chiarire che abbiamo esclusivamente fornito supporto logistico alla manifestazione, ospitando nei capannoni del Centro di educazione ambientale i ragazzi. Trattandosi di “installazioni effimere”: così ci sono state presentate le opere, ci aspettavamo la loro rimozione ad opera degli stessi autori in tempi rapidi, così non è stato. Rispetto a questa vicenda è mancata comunicazione e chiarezza di obiettivi. La mano dell’uomo, anche se mossa da intenti positivi, non può aggiungere scempio su scempio. Il degrado di alcune aree oggetto delle installazioni, non giustifica ulteriori interventi poco compatibili con il paesaggio, la natura e l’identità dei luoghi».
Impegnato fuori sede, il Presidente Giuseppe Bonanno intende chiarire la sua posizione in merito alla vicenda:
«La scarsa partecipazione all’iniziativa evidenzia come la gente si sia disaffezionata ad un argomento che nelle premesse rappresentava un’opportunità – spiega Bonanno – nel corso di questi mesi purtroppo si è fatta strada l’idea che le regole valgano per tutti tranne che per pochi: così non è. Questo non vuol dire rinunciare all’idea di valorizzare l’Isola di Caprera in termini artistici e museali, al contrario ci spinge a muoverci con più forza e attenzione. La biennale Arte Natura e il concorso “I Sentieri dell’arte” spingono proprio in questa direzione».
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