Si pensava di fare salti di gioia ma, purtroppo, leggendo il protocollo sottoscritto per le bonifiche a mare dell’ex Arsenale, occorre smorzare l’entusiasmo. L’accordo, Ministero dell’Ambiente, Regione Sardegna e Comune di La Maddalena, apre, si, una breccia di speranza ma, allo stesso tempo, lascia il sapore della pillola amara. Undici milioni di euro per le bonifiche a mare dell’ex area arsenalizia, sono solo una parte, seppur abbondante, della somma prevista per l’intera operazione di risanamento dei fondali di Cala Camicia. Chi aggiungerà e quando i rimanenti 8/9 milioni di euro previsti per completare l’opera?
La furbata? prelevarli dai trenta milioni che, la Mita, avrebbe dovuto versare, come una tantum prevista nell’accordo. Adesso la domanda è questa, se la società dell’ex Presidente di Confindustria come iniziale indennizzo, attivato per la mancata consegna di tutta l’area a mare, si è riservata di versare quella somma, quando mai, la stessa, la si potrà recuperare e utilizzare per completare le operazioni di bonifica? (senza elencare la disastrosa situazione in cui si trovano le società guidate dalla Signora Marcegaglia). Il classico gatto che si morde la coda, se vuoi i soldi consegnami il bene con le bonifiche ultimate ma, senza quei soldi, le bonifiche non si possono completare. Inoltre, i trenta mesi previsti per il risanamento, cioè due anni e mezzo, vanno a sommarsi agli oltre quattro già trascorsi da quando i lavori, delle opere a terra, sono stati completati. Considerata la situazione di decadimento strutturale, di cui i media hanno abbondantemente dato spazio, soprattutto in questo ultimo periodo, compreso Liberissimo con foto e filmati, è facile pensare che, se non si interverrà presto, trascorsi i trenta mesi, ammesso che le bonifiche vengano ultimate, dei fabbricati, ristrutturati o neo realizzati, ben poca cosa rimarrà (vedi Main Conference e Padiglioni espositivi), inoltre, per i mega lavori del mancato G8, su cui la famosa cricca ha saputo sguazzare tra le centinaia di milioni di euro messi loro a disposizione e destinati, non dimentichiamolo, per il rilancio dell’economia maddalenina, occorrerà trovare nuovi fondi per il loro recupero totale. L’accordo dei giorni scorsi ha il profumo, purtroppo, della patata bollente lasciata nelle mani del nostro Comune, diventato soggetto attuatore. Proprio su questo punto nascono forti dubbi e infinite perplessità, considerando tutto ciò che sino ad oggi, nonostante promesse e proclami annunciati, mai è stato portato a termine ( vedi il lungo elenco delle incompiute). Intanto la Regione, tanto per non smentirsi, ha passato tutta la problematica nelle mani del Sindaco di La Maddalena, mostrandosi ancora una volta matrigna ( ti tendo la mano destra, tanto in loco, c’è chi mi lusinga e con comunicati, come servo sciocco, esalta il mio lavoro e con l’altra ti dico arrangiati) attivando la linea del defilamento dalla grave situazione venutasi a creare anche per sua evidente responsabilità. Responsabilità che nasce sin dai tempi del governatore Renato Soru reo di aver lasciato il totale controllo, dei lavori della Protezione Civile, targata Bertolaso,
L’entusiasmo, dunque, va controllato e smorzato se non si vuol rimanere delusi e c’è chi mi ricorda che le delusioni nascono da molto lontano. Nel 2002 arrivò, per esempio, un Sindaco donna, tradito e pugnalato dai suoi stessi collaboratori, per puntare al rilancio dell’intero Arcipelago, tutti ricordano come la breve storia sia finita, la cronaca di questi ultimi otto anni e mezzo, fatta di annunci, proclami e promesse, mai mantenute, appartiene alla freschissima attualità. Chissà, sarà così anche per le bonifiche? Nella speranza di venir smentiti dai fatti e dalla tempistica, si vive il timore di trovarsi davanti ad una nuova bufala.




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