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Galleria Decimo anniversario della strage di Nassirya: per non dimenticare

caduti 1I componenti del gruppo La Maddalena-Sardegna (Faggiani-Geromino-Sagheddu e Ugazzi), ringraziano la Marina Militare Italiana, l’Amministrazione Comiti, le Forze dell’Ordine e quanti hanno partecipato alla commemorazione per la significativa cerimonia.

12 novembre 2003 – 12 novembre 2013
DECIMO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NASSIRYA: PER NON DIMENTICARE

La Maddalena: si è svolta stamattina, sul luogo del monumento intitolato ai caduti di Nassirya, una cerimonia di commemorazione in onore delle vittime del vile attentato terroristico.

di Salvatore Faggiani

Si è svolta alle 10.00 di stamattina una breve e significativa cerimonia in occasione del decimo anniversario della strage di Nassirya dove perirono 17 militari e 2 civili, fedeli ed eroici «Servitori dello Stato» e non «servi dello stato» come talvolta con dispregio individui sconsiderati hanno urlato nelle piazze o scritto sui muri delle Caserme. Erano presenti, oltre le Autorità civili, caduti 2militari e religiose, un buon numero di cittadini e soprattutto una nutrita rappresentanza di scolari dell’Istituto San Vincenzo e alcuni studenti dell’Istituto Nautico. La cerimonia si è svolta in Piazza Umberto I nei pressi del monumento a loro dedicato, il primo in Italia, e donato dall’amico Erminio Sirianni, in occasione della manifestazione organizzata a La Maddalena dal Comitato La Maddalena-Sardegna (Faggiani -Geromino- Sagheddu-Ugazzi) nel maggio 2004 alla presenza dei familiari dei caduti, del Ministro degli Interni On. Pisanu, dell’allora Sindaco Rosanna Giudice e di altre massime autorità istituzionali, politiche, civili, militari e religiose. La Maddalena, soprattutto grazie all’opera infaticabile di Antonello Sagheddu, è stata sempre in prima fila nel ricordare il sacrificio dei nostri EROI. La speranza è che il sacrificio della vita dei «Caduti di Nassiriya» sia utile per farci capire i valori assoluti della vita. Come hanno fatto i nostri EROI, ubbidendo ad un profondo senso del dovere. Con serietà, con orgoglio, con quella umanità che fa accettare, non cercare, il pericolo;caduti 3 che fa sentire la lontananza degli affetti familiari, compensandola però con la speranza di migliorarne l’esistenza; che fa sopportare le difficoltà quotidiane ma non uccide la voglia di vivere. Erano parte di noi, fratelli che ci hanno impartito una lezione di solidarietà, di coraggio, di responsabilità che dobbiamo accogliere e condividere. Soprattutto non tradire, perché il loro sacrificio non risulti vano. La nutrita presenza di giovani (scolari e studenti) alla cerimonia odierna rappresenta un accostamento colmo di valori perché siamo convinti che solo i giovani possono essere accostati alla purezza dei nostri eroi morti per portare la pace in un Paese che non l’ha mai conosciuta, al pari della vera democrazia. Come dire, l’amore per i giovani e l’eroismo vero non hanno mai abitato pianeti troppo distanti l’uno dall’altro.
Pulizia, chiarezza, credibilità, onestà, umiltà, dignità, umanità……parole concrete in grammatica che hanno un significato preciso ma particolare. Particolare quando entrano in gioco nella mobilità sociale, diventano cioè «valori».
E per questi valori che gli «Angeli della Pace», come qualcuno ha definito i nostri eroi, sono morti.marina
E’ incomprensibile, struggente morire come operatori della pace. Forse è il momento di capire sul serio che la testimonianza dell’essere quotidianamente operatori di pace non è più rinviabile. Le sfere della politica e della cultura dovrebbero avere il ruolo di dare opportunità sociali che rendano praticabili le dimensioni della solidarietà, del pluralismo e dell’altruismo in contrapposizione al tecnicismo disumanizzante, agli eccessi dell’arrivismo, della gerarchizzazione sociale, dell’avere. Non dobbiamo assolutamente rinunciare ai nostri valori e alla nostra cultura e dobbiamo pretenderne il rispetto ma sempre mantenendo aperti cervello, cuore e anima alla profonda comprensione dell’alterità che è fuori di noi ma anche dentro di noi se ci sforziamo di cercarla.
Per questi motivi, tramite i nostri bambini e i nostri giovani, oggi vogliamo rendere omaggio alla memoria di questi grandi Uomini, che hanno sacrificato la loro vita per permettere a tanti ragazzi iracheni di diventare adulti con doti e valori che non hanno mai conosciuto.
La Maddalena si stringe con sincero amore, affetto e partecipazione ai parenti dei caduti di Nassiriya, trasferendo quella scuola di stile e di valori che è scritta nel codice genetico tramandato da una dinastia di «maddalenini veri» quasi tutti, purtroppo, abitanti dell’ultima dimora in compagnia degli EROI DI NASSIRIYA.
«Penso a un eroe come a qualcuno che comprende la responsabilità che deriva dal proprio essere libero». (Bob Dylan)

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