Di Salvatore Abate
Sessanta anni fa, per ragioni meno gravi, il generale Ezio Garibaldi scatenò mezzo parlamento italiano e organizzò una feroce campagna di stampa contro l’installazione, nella pineta cara all’illustre nonno, di quello che definiva “un baraccone di fiere”, e che invece era il “Village Magique” che, al contrario era la prima struttura turistico- ricettiva di richiamo internazionale realizzata in Sardegna. Per ragioni meno gravi, perché se il nipote dell’Eroe fosse ancora vivo sbarcherebbe diretto a La Maddalena e andrebbe a protestare con il sindaco in carico attualmente, così come fece con quello di allora. L’isola cara alla sua famiglia, sì, davvero, in questo periodo è continuamente e impunemente profanata, e non all’epoca, quando si vollero farci arrivare visitatori da tutta Europa. L’oltraggio alla memoria del Grande Eroe è continuamente perpetrato dai vandali che distruggono quello che resta delle battere storiche. Che scambiano la macchia mediterranea e le pinete per delle discariche, come dimostrano le foto che abbiamo scattato. La quiete di Caprera, nelle ore notturne, sembra essere ideale per fare bisboccia a base di alcool e di altro. E i residui delle serate trasgressive contribuiscono a deturpare l’ambiente, a “oltraggiare”, per dirla con Ezio, “la memoria del grande Eroe”, il cui ricordo è sacro per i maddalenini, così come è sacra l’isola che ospita le sue spoglie”.
La trasgressione, l’oltraggio e la profanazione non si dimostrano soltanto con l’insozzare le pinete o le spiagge,dove , in qualche occasione, si scaricano i detriti di immobili abbattuti o i residui dei cantieri edili.
Ma anche liberando i cinghiali dalle gabbie sistemate dall’Ente Parco, e faro per chissà quale fine recondito.
E commettendo tutte le scorrettezze che dimostrano lo scarso senso civico.
Ci chiediamo: ma qualche anno fa non erano state sistemate le telecamere nei punti cruciali di Caprera per controllare l’isola e garantire la sicurezza, non solo intesa come prevenzione per incendi ? L’operazione era costata alla Regione, e quindi a tutti noi contribuenti, allora, svariati miliardi di lire.









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