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Galleria Trasporti: una telenovela infinita

traghettiDi Francesco Nardini –

“La nostra è sostanzialmente un’era tragica, per cui si rifiutiamo di prenderla sul tragico”. Questa è la prima riga de ‘L’amante di Lady Chatterley’, uno dei romanzi più belli della letteratura mondiale del secolo scorso. La frase di Herbert Lawrence si attaglia benissimo a quello che sta succedendo a La Maddalena se, letteralmente, qualcuno non si dà una mossa. Ci tocca tornare a parlare di trasporti, il vero nodo della nostra economia. Perché la nostra economia dipende da ciò che transita attraverso questo tratto di mare che ci separa da Palau. L’isolamento, che si sta facendo sempre più stringente, ci sta portando a una situazione di ristagno economico molto grave. Ci stiamo raggomitolando su noi stessi. La condizione essenziale per riprenderci e superare la tragicità del momento sta nel facilitare l’entrata capitali dall’esterno, affinché qualcuno possa investire sull’Isola. Ma come proporre agli imprenditori – ma anche alla gente comune che potrebbero diventare visitatori e consumatori della nostra bellezza – di venire qui se il costo del trasporto è così elevato? Mi chiedo, ad esempio, se possa convenire venire a prendersi una pizza qui il sabato se il solo viaggio costa già più di una pizza presa in pizzeria! Le decine di lacci e laccioli che stringono questo territorio ci paralizzano, e il sistema trasporti, sempre più in crisi, contribuisce in maniera determinante. Se, come si va dicendo in giro, la società Delcomar dovesse uscire dal servizio fra qualche settimana il patatrac sarebbe al completo. La notizia non è né confermata né smentita, ma se l’assessore Nicola Gallinaro l’ha palesata in una sua recente lettera al presidente Ugo Cappellacci, qualche cosa c’è. Diminuendo le possibilità di transito aumenteranno i prezzi delle merci e la spirale dell’inflazione interna tenderà a salire. Non è una buona notizia. Senza contare, che va aggiunta all’aggravio economico, la perdita di altre decine di posti di lavoro, che corrispondono ad un’ulteriore perdita di valore monetario interno. Nolenti o volenti noi siamo da considerare come un’unità economica chiusa, la cui sopravvivenza economica attuale dipende: a) dalla velocità degli approvvigionamenti; b) dal costo relativo delle merci; c) dal coefficiente di reddito interno utilizzabile. Se una di queste tre situazioni ‘si muove’, si muovono anche le altre due. Ma l’ipotesi c) è stagnante, quindi possono muoversi solo le altre due. Siccome a La Maddalena non c’è alcuna produzione, né agricola, né industriale (questa c’era, per la verità, ma l’abbiamo sacrificata sull’altare dei lustrini, delle stelle filanti, e dei sogni patinati di imbonitori di bassa lega!) tutto dipende dalle situazioni a) e b) che, ahimé, sono in mano a terzi (leggasi Regione) a cui, pare, non gliene ‘po’ fregà de meno’. Siamo sostanzialmente sul tragico, nelle condizioni dei polli di Renzo che, mentre andavano ad essere sgozzati, si beccavano fra loro!.

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