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Galleria Tirotto risponde a Pierpaolo Bruscu

marittimi saremarLiberissimo, sempre dalla parte dei marittimi, tutti indistintamente, ci tiene a precisare che continuerà a informare i cittadini sulle vicende di Saremar o altre compagnie di navigazione limitandosi solo ai loro comunicati stampa (ufficiali).
Antonello Sagheddu

Di Chicco Tirotto (Assessore del Comune di La Maddalena) –

Il presidente del comitato per la continuità delle isole minori replicando alla mia risposta ad un associazione maddalenina che accusava la maggioranza e parte della minoranza del consiglio comunale maddalenino di avere preso posizione a favore della privatizzazione della Saremar, è intervenuto in modo brusco e surreale, oltre che decisamente a sproposito, come accade a chi s’inserisce nella chiacchierata tra due senza avere sentito quello che ha detto uno e senza avere capito quello che ha detto l’altro.
Ciò facendo, il sig. Bruscu ha dato prova di essere affetto da una sgradevole forma di egocentrismo sull’argomento de quo, per cui tutto quello che si dice deve essere ricondotto a lui ed alla sua azione politica ed al suo pensiero, a me del tutto sconosciuti.
Io mi riferivo al dibattito locale, a documenti del Consiglio (maddalenino) ed ai vari interventi locali sul tema, senza alcun riferimento ad altro o altri, per cui il bue che dice cornuto all’asino lo rimando a lui, con l’invito a leggere con molta più attenzione quello che scrivo, non perché io sia Zarathustra, ma per evitare di mettermi in bocca cose diverse da quelle che ho scritto e quindi replicare in modo eventualmente pertinente, evitando tra l’altro poi di citare fonti di supposto diritto sull’argomento, come Mauro Pili (io ho citato la sentenza ANAC di Cantone sul caso Saremar-Regione)
Non so chi sia il sig. Bruscu, forse colpevolmente, ne ignoravo l’esistenza ed i suoi scritti e pensieri, e me ne dolgo.
Dice di me che ignora l’appartenenza politica e l’occupazione, come se fosse necessario, dopo avere firmato un articolo, elencare titoli, mestieri o professioni…..; forse lo fa lui?
Inizia male e finisce peggio la sua surreale replica alla mia risposta ad un terzo soggetto.
Io sarei un bugiardo e la prova sarebbe : “registrazioni dell’assessore regionale Deiana che proverebbero la volontà di privatizzare l’ARST “???
Ma io ho citato l’ARST a proposito della proposta di alcuni di affidargli il servizio della Saremar, replicando che c’è una differenza normativa tra Cabotaggio e Trasporto pubblico locale, con una particolare specificità europea per il cabotaggio, per cui non è possibile che l’ARST si occupi di cabotaggio.
Sarei bugiardo perché la legge regionale prevede che debba privatizzare solo il 51% della Saremar (cioè la maggioranza del capitale sociale….).
E che ci azzecca con quanto ho scritto io? Ho forse detto il contrario? Anzi, ho sempre affermato che pur potendosi parlare di privatizzazione anche solo per il 10/20/30 %, vi sarebbe vera privatizzazione dal 51% in su.
Ho scritto, basta leggere con attenzione, che una legge nazionale, ripresa da una regionale e poi un accordo Stato Regione prevedono ed impongono la privatizzazione, pena la perdita del finanziamento statale (circa 14 milioni di euro all’anno), non ho detto che la privatizzazione prevista dalla normativa è quella totale.
Ad ogni modo, privatizzare il 51 % vuole dire assegnare comunque il controllo ai privati.
Comunque, se sino a qualche anno fa, in linea puramente teorica, sarebbe stato possibile trovare un partner al 51%, con il solo rischio per il nuovo soggetto pubblico-privato, ma in particolare per quello privato che rischia il capitale, di non vincere la gara per il contratto di servizio (questa obbligatoria per le note regole europee), una volta che la Saremar si è indebitata per effetto della decisione in materia di aiuti di Stato, sfido chiunque a trovarlo oggi, viepiù dopo che i libri contabili sono stati portati nel Tribunale Fallimentare.
Oggi, obtorto collo, la privatizzazione non può che essere totale, non solo per ragioni di ordine giuridico, ma soprattutto di carattere logico ed economico.
E’ infatti possibile immaginare che un privato sani la situazione debitoria della Saremar, e magari poi si ritrovi a dovere rispondere per l’ennesima sentenza di condanna alla restituzione delle decine di milioni di euro ricevute dalla Regione negli anni in cui la stessa avrebbe dovuto procedere alla gara per l’affidamento del servizio?
E’ proprio la mancanza della gara per l’affidamento del servizio che costituisce il vulnus della vicenda.
Per i regolamenti e le sentenze comunitarie conta che il servizio venga affidato con una gara non discriminatoria tra gli armatori (armatori, non ferrovie o pulman) europei, mentre, come ho scritto nel documento contestato da Brusco, i contratti di Tirrenia e delle varie Saremar, Toremar e più, sono state assegnati con una specie di trattativa privata dallo Stato ad una sua partecipata.
Per questo (affidamento senza gara) la Regione ha in corso una procedura d’infrazione europea che, se dovesse avere l’esito di quella analoga contro la S.N.M.C. (Societè Nationale Maritime Corse), che nel 2013 è stata condannata a rimborsare 220 milioni di euro, affosserebbe un qualsiasi imprenditore privato.
Ciò che conta è la gara.
Nel 2009, lo Stato italiano, non io, Mauro Pili o i Consigli Comunali, ha deciso che la via per adeguarsi alla normativa europea ed alle sentenze della CJE fosse quella della privatizzazione.
E’ un dato inoppugnabile.
Ribadisco, questa volta a beneficio del sig. Bruscu, al quale, in quanto isolano, figlio e nipote di isolani, vanno i miei migliori e sinceri auguri per l’attività della sua associazione, che l’Autorità Nazionale Anti Corruzione guidata dal dr. Cantone, a seguito di un ricorso delle Compagnie Moby e CIN, dopo un approfondito esame delle normative (art. 19 ter DL 135/09 e L.R. 15/2012) e delle azioni poste in essere dalla RAS, nel settembre scorso ha invitato la Regione a comunicare eventuali iniziative in autotutela ed ha comunicato la propria deliberazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Forse prospettando un danno erariale derivante dalla mancata privatizzazione (totale o parziale e gara)? Magari pari a quei milioni di euro che la Regione ha destinato, e continua a destinare per l’anno in corso, a Saremar, attingendoli dal proprio bilancio, anziché dai conti dello Stato, tenuto per legge a finanziare il servizio, ma alla condizione che la Regione faccia la privatizzazione.
Se lo faccia spiegare da Mauro Pili, che saluto con affetto e simpatia

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