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Qualcuno abbaia alla luna per racimolare qualche voto.

montella, deligia ospedaleDi Salvatore Abate
Davanti allo stillicidio di “prevaricazioni” e di “sottrazioni”, eppure di svillaneggiamenti, che la nostra comunità subisce in nome dell’abusato “taglio alla spesa pubblica” ci sentiamo di affermare: “ la storia si è genuflessa” e, mentre lo ha fatto, è stata presa a calci in faccia, nel fondoschiena , dappertutto. A volte con la complicità, volontaria o involontaria, dei suoi rappresentanti.
La campagna elettorale sta per entrare nel vivo, mentre, per noi comuni cittadini, si consumano giorni di immane dolore. Sì di dolore! Perché di questo si tratta, quando soffriamo in silenzio, o con i pochi interessati che abbaiano alla luna, quando ci vogliono privatizzare i trasporti “pubblici”, rendendo più oneroso il nostro vincolo con il resto del mondo. Oppure quando in maniera persistente, strisciante, ci strappano il diritto ad essere curati, assistiti, salvati.
E’ agevole tagliare i servizi di un ospedale, leggi alla mano. Lo Stato non ha più risorse e i cittadini si arrangino.
Il “Paolo Merlo”, se dovesse perdere anche il “punto nascite”, a cosa sarebbe ridotto? A un efficiente Pronto Soccorso o poco più ?
Il declino è iniziato una decina di anni fa, quando è stato chiuso il reparto di chirurgia (allarme lanciato proprio da Liberissimo e che nessuno gli aveva creduto).
La campagna elettorale, è vero, fa ingigantire ogni problema. Ognuno cerca di trovare la soluzione e di proporla agli elettori.
Il buon senso suggerisce di non agitare almeno quello della salute dei cittadini, soltanto per racimolare qualche decina di voti in più.
I lunghi mesi di silenzio, infatti, non si recuperano con l’attivismo pre-elettorale. Dove eravamo?
Chi denunciava? Chi protestava? Qualche associazione o qualche privato cittadino.
La nostra identità è sulla via del mattatoio. Ma ci avete domandato almeno di quale morte volevamo morire?

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