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Galleria Il passato non è servito a nulla

SARDEGNA UNOSARDEGNA UNODi Salvatore Abate

Venti anni fa le condizioni socio- economiche della nostra città erano ben diverse rispetto a quelle attuali. La Marina Militare non aveva ancora smobilitato: c’era l’Ammiragliato e c’erano le Scuole Cemm che sfornavano ogni anno centinaia di allievi che formavano buona parte dei sottufficiali in servizio permanente effettivo presso l’ “arma nobile”. L’Arsenale, nonostante la drastica riduzione delle commesse, occupava ancora tantissimi padri e madri di famiglia. Gli americani erano lontani dal decidere di abbandonare la base di Santo Stefano. A Caprera, il Club Meditérranée occupava, seppure limitatamente alla stagione estiva, i giovani e i meno giovani che non trovavano impiego presso lo Stato.
Venti anni fa nasceva il Parco, e chi aveva creduto nella sua istituzione riponeva molte speranze in questo nuovo ente statale per determinare nuove occasioni di ricchezza comune.
Venti anni fa mi occupavo, per conto del quotidiano La Nuova Sardegna, della cronaca locale. Venti anni fa ricopriva la carica di sindaco, il primo eletto dai cittadini dopo la riforma elettorale, un politico e un amministratore di lungo corso, Pasqualino Serra. Era un galantuomo che amava la propria città, anche se, a volte , gli si poteva rimproverare un eccessivo entusiasmo che lo portava a “volare”alto e a trascurare la realtà che lo circondava.
Ma, il 9 gennaio del 1995, tra una boccata e l’altra di un sigaro toscano, accogliendo nel suo ufficio il collega Roberto Zanchetta e me, il primo cittadino rese una dichiarazione attraverso la quale si dimostrò più realista del re. Ci disse:
“ Al di la di ogni previsione, al di la di ogni sacrosanto diritto al lavoro non ci saranno prospettive di occupazione per tutti i giovani. Di conseguenza, bisogna considerare il mondo come facente parte di casa nostra e i soggetti più preparati e più coraggiosi devono affrontare l’ipotesi di un lavoro all’esterno, anche fuori dei confini dell’Italia….
I più bravi vanno via, apprezziamo il loro coraggio. Ognuno insegue le proprie aspirazioni, e la nostra piccola realtà non asseconda quelle di tutti. Come possiamo pretendere che il parco risolva di colpo, in via diretta i problemi dell’occupazione? Prepariamo i nostri figli ad uscire dal guscio …
Se per i villeggianti dalla vocazione ecologista serviranno nuovi alberghi o nuovi servizi in genere, non possiamo pretendere che tutti i nostri figli diventino camerieri, guardie parco o maitre di hotel. Ci sono quelli che, opportunamente, per dare sfogo alle proprie ambizioni, o per perseguire le proprie attitudini, dovranno andare via dall’arcipelago …
Chi ha coraggio e stoffa raggiungerà la meta che si è prefisso. Anche in tempi in cui ha funzionato a pieno regime la principale valvola di sfogo, l’Arsenale militare di Moneta, non si sono mai interrotti i flussi migratori. Ma io me la prendo con i genitori. E’ legittimo che sognino per i loro figli una sistemazione alla Maddalena. Ma non capiscono che l’unico dovere è quello di portare il cibo agli implumi finché non imparano a volare… E’ un fatto che riguarda peculiarmente le isole: la difficoltà di accontentare tutti, di cercare per ognuno l’occupazione che più consenta di fare emergere le proprie tendenze…”
Se il “pragmatico”” Pasqualino Serra fosse ancora tra noi in quali termini commenterebbe la situazione attuale della Maddalena, che non è più quella florida del periodo in cui era sindaco?

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