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Galleria Ospedale Paolo Merlo: il grido di una “maddalenina di adozione”.

FRANCESCA FUSOCaro Antonello,
mi sono follemente innamorata della Maddalena e del suo arcipelago come un’adolescente al primo battito del cuore, nonostante ormai possa essere classificata tra gli anziani e, undici anni fa, ho deciso di comprarmi una casa che fosse il mio “buen retiro” per la mia vecchiaia. Ora trascorro qui ogni momento che riesco a rubare alla mia attività professionale e, ogni volta, non vorrei più andare via, tanta è la pace e la serenità che questi luoghi mi regalano.
Seppure io pensi che la bellezza di questi luoghi e, soprattutto della città, debba essere maggiormente valorizzata e tutelata attraverso molte iniziative quali: non abbandonare rifiuti che nei posti più disparati e, comunque, ovviare subito all’incuria ed all’inciviltà dei colpevoli; abbellire ed ordinare l’arredo urbano; trovare una soluzione perché il lungomare non sia un’arteria ad alto scorrimento con un traffico che raggiunge una concentrazione maggiore (anche di smog) di quella di una circonvallazione milanese soprattutto quando i traghetti vomitano i veicoli trasportati; incentivare il turismo, unica vera fonte di ricchezza ecologicamente compatibile, creando altre strutture ricettive con il recupero degli edifici dismessi anziché erodere il territorio con nuove costruzioni dall’improbabile architettura; eliminare mostri inutili come quello che sono costretta a guardare ogni volta che percorro la strada verso casa e cioè il “cubo” gigantesco dipinto di rosa mai utilizzato e ormai fatiscente costruito pochi anni fa vicino all’ospedale, ecc.
Ma ora le notizie che circolano sull’ospedale Merlo mi lasciano esterrefatta. Ho scelto di comprare casa alla Maddalena (anziché in posti più rinomati della Sardegna) non solo perché colpita dalla sua bellezza ma anche perché, andando avanti con gli anni, trovavo rassicurante la presenza di un ospedale e di un Pronto Soccorso. Ho saputo, invece, che il reparto maternità, che era un fiore all’occhiello, è stato chiuso e la stessa sorte avrà la pediatria. Ma ancora più preoccupante, è l’eliminazione della reperibilità per l’unico chirurgo presente, senza che sia stata trovata una sostituzione o un’alternanza con un altro chirurgo. Ho letto che questa è la conseguenza dei tagli alla sanità ma, se è così, bisogna urlare forte che la salute delle persone non ha prezzo e che, in un’isola che conta circa 12.000 residenti, un presidio ospedaliero efficiente, con medici e paramedici in numero adeguato, può rappresentare la salvezza di vite umane. Ho saputo anche che, proprio durante i giorni nei quali è stata provvisoriamente prolungata la reperibilità dell’unico chirurgo, Dott. Gulino, una persona – in pericolo di vita perché si era gravemente ferita al braccio e all’addome – è stata da lui salvata grazie al suo tempestivo e competente intervento.
Senza la presenza di un chirurgo come si potrà ovviare alle emergenze? Si parla del trasporto ad Olbia in elicottero: a volte pochi minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte e, comunque, perché non utilizzare gli elevati costi per un elicottero per implementare l’ospedale Merlo? Si vuol far morire un nosocomio in una zona che, sotto l’aspetto logistico, può dirsi disagiata con tutte le conseguenze che ciò comporta?
Rivolgo il mio appello prima di tutto agli amministratori pubblici perché l’ospedale Merlo possa tornare ad essere un riferimento per la sicurezza e la salute delle persone ed ai maddalenini perché si mobilitino a favore del loro ospedale.
Sono certa che tu, sensibile a queste tematiche, vorrai pubblicare questa mia perché il grido di una “maddalenina di adozione” si unisca alle altre voci a favore dell’ospedale Merlo.
Con la stima di sempre
Avv. Francesca Fuso (Milano)

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