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Galleria Nuovi approdi a Budelli, Spargi e S. Maria?

Budelli-Razzoli-smariaL’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (22 aprile 2016) una specifica richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti in merito alla realizzazione di ben quattro nuovi approdi per la nautica (ognuno con pedana di sbarco e imbarco, pontile, n. 3 gavitelli, specchio acqueo) sull’Isola di Budelli (al centro di un’assurda commedia all’italiana sull’acquisizione della proprietà da parte dell’Ente Parco), sull’Isola di Spargi (Cala Corsara e Cala Granara) e sull’Isola di S. Maria, in Comune di La Maddalena (OT).

E’ stata, infatti, pubblicato l’avviso (1 marzo 2016) della presentazione delle istanze del 15 maggio 2015 con le quali la Società Costa Tuors di Costa Nunzia, impresa capofila di un raggruppamento temporaneo di imprese (sede in Piazza Faravelli n. 107 – La Maddalena) ha chiesto il rilascio di n. 4 concessioni demaniali marittime di complessivi mq. 8.720,12 per la realizzazione di altrettanti approdi.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, chiesto al Servizio demanio e patrimonio di Olbia Tempio della Regione autonoma della Sardegna il diniego del rilascio della concessione demaniale marittima per contrasto con il quadro normativo di tutela ambientale dell’area.

Sono stati inoltre coinvolti il Ministero dell’Ambiente, la Regione autonoma della Sardegna (Direzioni generali del demanio e della pianificazione urbanistico territoriale, Servizi tutela della natura e valutazione impatti), l’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, la Gestione commissariale della Provincia di Olbia Tempio, la Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio di Sassari, l’Agenzia delle Dogane, la Capitaneria di Porto di Olbia, il Comune di La Maddalena.

Il vigente quadro normativo di tutela ambientale non pare proprio consentire la realizzazione dell’approdo: la piccola insenatura appartiene al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.), è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientra, inoltre, nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena (legge n. 394/1991 e s.m.i., D.P.R. 17 maggio 1996), nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. e zona di protezione speciale – Z.P.S. “Arcipelago La Maddalena”.

Il Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare – Direzione generale della Protezione della Natura e del Mare aveva già preso posizione (nota n. PNM – 2012 – 8875 del 3 maggio 2012) riguardo la proliferazione di approdi all’interno del parco nazionale, soprattutto riguardo la salvaguardia dell’habitat prioritario “Praterie di Posidonia” (codice 11.20*) e dall’habitat di interesse comunitario “Scogliere” (codice 1170). Ha ritenuto, infatti, opportuno “sviluppare una visione complessiva degli effetti, diretti e indiretti, che ogni intervento può generare, non solo singolarmente, ma cumulativamente ad altre iniziative”. Si tratta di quella valutazione complessiva degli impatti ambientali fondamentale e necessaria in ambienti naturali così delicati e importanti. In particolare, l’“eccessivo carico antropico che insiste sull’area”, valutato sulla base della capacità di carico dei vari natanti, comporta rischi di degrado della macchia mediterranea e della Posidonia oceanica, a causa della diffusione della specie invasiva Caulerpa racemosa, determinata proprio dai “fenomeni di ancoraggio non consentito delle imbarcazioni sull’habitat prioritario 11.20* , che comportano l’indebolimento della prateria e contribuiscono alla diffusione passiva delle specie aliene invasive (es. acque di sentina o frammenti dell’alga presenti sulle ancore)”.

In ogni caso appare necessario il preventivo conseguimento di provvedimento conclusivo delle procedure di valutazione di incidenza ambientale – V.Inc.A. (D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.), autorizzazione paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), autorizzazione per immersione in mare di “corpi morti” per ancoraggio del pontile (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspica che buon senso e rispetto della normativa ambientale evitino l’ennesimo piccolo/grande degrado a un patrimonio naturalistico unico al mondo, ma finora ben poco adeguatamente considerato.

p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Stefano Deliperi

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.com

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