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Galleria Noi che abbiamo il pane ci mancano i denti

forte napoleonico a santo stefanoDi Francesco Nardini

Qualche giorno fa (a cavallo di Ferragosto) due amici maddalenini hanno fatto un viaggio turistico nel Sulcis, Teulada/Calasetta/Carloforte. Via email mi hanno corrisposto ogni giorno impressioni e anche fotografie del loro viaggiare in quel ‘profondo Sud’ sardo a noi sconosciuto. Ho già descritto la splendida impressione che ha fatto loro la cittadina di Pula (“che non ha nulla, ma che è un gioiellino di bellezza, ordine e pulizia”). Oggi vi dirò della spiaggia superba di Tuerredda (Teulada) dove un posto macchina, custodito, per è costato loro 7 euro. Ma vi sono i servizi igienici, c’è la guardiania, il servizio bagnini. Insomma c’è una civiltà turistica. E vi dirò della torre di Chia (Domus de Maria). Una torraccia spagnola con una scala in legno per salirvi su, un guardiano che la custodisce e vi fa salire sopra (“splendida vista”) per soli 3 euro. Un’altra volta andremo avanti con la storia. Oggi soffermiamoci solamente su spiagge e ruderi. Solo per queste due visite i miei due ‘reporter volanti’ hanno sborsato 13 euro. Troppo? Poco? Non lo so, a noi ci interessa che hanno sborsato. E, considerato che hanno incontrato “un sacco di gente” presumo che i comuni della costa solo con queste due offerte turistiche qualche incasso l’abbiano fatto. Ma noi cosa facciamo? Noi non abbiamo la (unica) spiaggia (grande) di Tuerredda, ne abbiamo tante, magari più piccoline ma anche magari più affascinanti. Ne abbiamo tre, cinque, dieci in cui si potrebbe prevedere tutto quello che c’è laggiù. E anche di più. Non abbiamo una (mezza sfatta) torre spagnola, abbiamo tre, cinque, dieci fortini praticamente intatti. Se tanto mi dà tanto, non avremmo certo tema di confronti. Vogliamo buttar giù dei toponimi? Non ne vale la pena, perché sappiamo tutti quali sono le vestigia che troviamo a La Maddalena, nelle isole settentrionali, a Caprera, e anche, per esempio, all’isolotto del Porco. A Santo Stefano. A proposito, ma a Santo Stefano i due fortini ivi esistenti un paio di anni fa non erano stati riqualificati? Mi pare che s’erano spesi parecchie migliaia di euro per risistemarli. La gloria del 1793! Mi giunge notizia che quella gloria non ha fermato vandali e scrocconi. Nei fortini sono stati visti bivaccare intere famiglie di gente. Chi ha permesso loro d’installarsi colà? Avevano delle autorizzazioni speciali? Se non erro quelle strutture dovrebbero essere a disposizione degli studiosi, dei ricercatori.Foto 4 foto San Giorgio Insomma di tutti, meno di chi non li utilizza come alloggi, per scroccare una vacanza ‘a gratis’. Chi ha le chiavi? Temo vivamente che l’’invasione’ non si sia fermata ai fortini ma sia risalita verso l’alto. Ricordiamoci – perché a Santo Stefano c’è molto del nostro recente e antichissimo passato – che lassù ci sono le caverne abitate già nel 2.900 a.C., ricordiamoci che ci sono i blocchi di granito della statua di Ciano, ci sono le batterie di Monte dello Zucchero, ecc. ecc. Va bè, non torturiamoci il cervello per inventarci una rendita da tutto questo, come fanno alla torre di Chia, ci mancherebbe altro, vero signor assessore al turismo e alla cultura, ma almeno cerchiamo di salvarli, evitando che vengano abbandonate in una terra di nessuno in cui tutto può accadere. Chissà che un giorno … .

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Caro Franco, la tua giusta osservazione è condivisa dal sottoscritto e nei prossimi giorni pubblicherò l’ampio servizio trasmesso alla agenzia Ansa nel 2009 (quando collaboravo con loro), che comprendeva una seconda puntata ma che era stata mai pubblicata perché presentai le dimissioni. In quella occasione sono state diverse le testate che avevano pubblicato il mio servizio con relative foto (tre mesi di lavoro). Nessuno altro (Comune, Parco, Provincia e Regione), hanno mostrato interesse alla nostra storia.
Antonello Sagheddu

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