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Galleria L’Ospedale continua a perdere pezzi.

PUNTO NASCITA 1DOPO LA CHIRURGIA TOCCA AL PUNTO NASCITA!
Una imponente manifestazione, presso la Sala Consiglio del Comune, voluta fortemente dalle mamme maddalenine ha sancito una forte alleanza tra forze politiche locali e cittadinanza pronte a combattere per salvaguardare il diritto alla salute dei maddalenini.

di Salvatore Faggiani

Le mamme maddalenine non ci stanno! Con una manifestazione importante che ha coinvolto il Sindaco Luca Montella, l’Assessore alla Sanità Massimiliano Guccini, l’opposizione nelle persone di Gaetano Pedroni, Arianna Carola e Roberto Zanchetta, la dottoressa Rina Pileri, dirigente medico del reparto ginecologia dell’ospedale, e soprattutto le mamme e una folta rappresentanza di cittadini che, unitariamente, hanno ribadito con fermezza, di fronte a stampa e Rai3, la volontà di combattere con ogni mezzo legittimo per salvaguardare il diritto alla salute dei maddalenini. Il razzismo si manifesta sotto varie forme, ecco questo atteggiamento tenuto dall’A.S.L. di Olbia nei confronti del nostro ospedale è un vero e proprio atto di razzismo…..sanitario! L’A.S.L. olbiese, come hanno confermato i rappresentanti della nostra Amministrazione (maggioranza e opposizione) adduce come motivo principale per la chiusura l’esigenza di “tagliare” per contenere la spesa sanitaria. Vale a dire un’operazione che costringe alla chiusura mediante la restrizione o negazione di risorse perché il mantenimento in vita dell’ospedale «Paolo Merlo» sarebbe diseconomico! In pratica una condanna a morte per asfissia dell’ospedale. Ma non è finita, perché ancora più ridicole ci sembrano le alternative proposte dalla stessa Azienda Sanitaria e nella fattispecie: l’uso di idroambulanza o eliambulanza ovvero ospitare in albergo ad Olbia le donne maddalenine partorienti in attesa del ricovero nell’ospedale olbiese per il parto! E qui, come diceva il giornalista Antonio Lubrano, la domanda nasce spontanea: dove sta il risparmio economico? Ma argomento molto più significativo è quello ben specificato nel suo intervento dalla dottoressa Rina Pileri: non si tiene conto della cosa più importante e cioè della vita! Non si tiene conto, continua la dottoressa, cosa c’è prima, durante e dopo il parto; infatti la partoriente ha bisogno di essere seguita e accolta con amore, attenzione e umanità e questo non può certo avvenire in una stanza d’albergo, come verrebbe a mancare prima e dopo il parto l’affetto e la vicinanza dei familiari perché non tutti si possono permettere di viaggiare tutti i giorni del soggiorno/ricovero ovvero fermarsi ad Olbia perché le spese sarebbero notevoli! Forse ad Olbia dimenticano che La Maddalena è un’isola e pertanto considerata, sotto l’aspetto sanitario, zona disagiata e per legge ha diritto ad avere una propria autonomia sanitaria atta a permettere un diritto sacrosanto: la salute. Sempre ad Olbia, come hanno sottolineato i nostri Amministratori, dimenticano che l’ospedale a La Maddalena esiste dal 1970 ed è una conquista degli amministratori di allora che non possono cancellare con argomentazioni immotivate e prive di logicità. Concludiamo nel ribadire che chiudere il «Paolo Merlo» per ragioni economiche più che per modificare l’offerta assistenziale è illogico e anacronistico. Le risorse disponibili non dovrebbero condizionare il destino del nostro ospedale, ma sono le funzioni affidate che devono determinare l’adeguatezza delle risorse ed il mantenimento delle competenze necessarie. E in questa operazione è insita la migliore attribuzione e gestione di risorse. NOI MADDALENINI NON CI ARRENDIAMO!
LUCA MONTELLA

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