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Galleria L’isola che vorrei.

MONIA DONEDDUDi Monia Doneddu
Diciamocelo francamente: vivere a La Maddalena è il sogno di molti. Tutti invidiano la nostra meravigliosa isola e tutti in qualche modo vorrebbero vivere qui.
Vivere a La Maddalena, significa svegliarsi al mattino con il mare piatto e trovarsi qualche ora dopo con 40 nodi di maestrale.
Vivere a La Maddalena vuol dire riconoscere il cambio delle stagioni dai soli profumi trasportati dal vento, dal solo colore del mare e dalla limpidità del cielo.
Vivere a La Maddalena significa poter passeggiare in riva al mare nelle belle giornate di Dicembre e rubare i raggi di sole più caldi anche nel più freddo gennaio.
Siamo fortunati, apparteniamo ad una sorta di casta, e tutti si chiedono come mai molti di noi, non sono contenti di vivere in questo posto, in questa piccola perla nel mare…
Vivere a la Maddalena dopo la crisi, dopo la partenza degli americani, dopo il depotenziamento della Marina Militare, significa passeggiare in una Via Garibaldi deserta e con le serrande abbassate per almeno 8 mesi l’anno… significa ricordare i bei tempi quando c’era tanta vita nelle strade e quando i ragazzi anzichè facebook uscivano ed interagivano tra loro …
Vivere a La Maddalena, significa avere paura di non riuscire a prendere il traghetto al rientro da Olbia e dover attendere poi in banchina a Palau per delle ore… o aver paura che a causa del vento, questi ultimi non partano.
Vivere a La Maddalerna, significa guardare con desiderio cio’ che hanno gli altri e poi puntualmente essere fieri ed orgogliosi di cio’ che abbiamo noi.
Vivere a La Maddalena, significa voler andarsene ma non riuscire a farlo perchè il richiamo di questo “scoglio” è talmente forte, ti lega visceralmente e non ne puoi fare a meno.
Vivere a La Maddalena significa voler partire per una grande città e piangere pochi minuti dopo per la mancanza del profumo del mare e del nostro “scavicciu”…

Ma vivere a La Maddalena, vuol dire anche guardarla e immaginarla come la vorremmo davvero…
L’isola che vorrei è un’isola di facile accesso, un’isola che ricambia in qualche modo l’amore che tu nutri per lei.
L’isola che voglio è a prova di bambino e di persone diversamente abili ed anziani, facilmente fruibile ai più, il posto ideale, la dimesione perfetta per tutti.
L’isola che vorrei è fatta di persone cordiali, che sorridono che interagiscono con garbo tra di loro.
L’isola che vorrei è pulita, decorosa, dignitosa, è un’isola che trasmette amore e voglia di andare avanti.
L’isola che vorrei è fatta di un collegamento permanente h24 con il resto del mondo.
L’isola che vorrei è “cittadina del mondo” e non solo della Sardegna.
L’isola che vorrei è quella dove i nostri giovani trovano impiego ed occupazione che li forma, che gli regala un futuro, che li prepara ad affrontare il mondo.
L’isola che vorrei è fatta di vita per 12 mesi all’anno, di opportunità, di svago e di divertimento per accontentare tutti.
L’isola che vorrei ti accoglie, non ti respinge.
L’isola che vorrei è fatta di un ospedale che funziona e che nessuno vuole chiudere.
L’isola che vorrei ospita grandi convegni di vario genere nelle strutture abbandonate dell’ex G8
L’isola che vorrei è fatta di opportunità per i nostri piccoli sportivi. Che possano eccellere a casa loro, che ospitini grandi altre eccellenze dello sport senza per forza farsi riconoscere i meriti solo oltremare.

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