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Galleria Isola ecologica a rischio. Ci aspettiamo una visita del nucleo operativo ecologico dei carabinieri

depuratore e isola ecologica copiadi Francesco Nardini

Il ‘grande caos’ che regna in città, certamente colpa anche della situazione economica generale e dell’incertezza futura, sta facendo venire il fiato corto alla nuova società gestore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, la Ciclat Ambiente. Infatti, come se non bastassero i problemi della messa a punto della raccolta, assolutamente deficitaria sinora, ci si mettono – ma guarda un po’! – i problemi finanziari. In sintesi la Ciclat dovrebbe dare al comune ben 300 mila euro di ‘contravvenzioni’ per alcune inadempienze contrattuali. Se ciò si concretizzasse, la Ciclat potrebbe (usiamo sempre il condizionale) abbandonare la partita. E allora si profila una situazione convulsa, anche perché il comune è attualmente impegnato in un altro contenzioso con la società San Germano per alcuni problemi concernenti l’appalto del servizio precedenti. Campanello d’allarme, dunque. La Maddalena potrebbe restare senza raccolta? Aspettiamo per dirlo, ma la situazione è traballante! Ma c’è di più. C’è il mugugno dei dipendenti che, come in altre situazioni di crisi (vedi i dipendenti delle compagnie marittime), sono i primi a sentire il peso delle difficoltà sulla loro pelle. Pare – come ci soffia nell’orecchio il solo ‘gabbiano reporter’ – che i dipendenti Ciclat non hanno ancora ricevuto lo stipendio di settembre (per quello di agosto, si sono dovuti ‘accontentare’ dell’80%), ovvero avrebbero avuto solo una percentuale molto piccola del tutto, e (forse) il rimanente di agosto. Si profila uno sciopero dei dipendenti? Molto probabile. Come se non bastasse ci sono le deficienze tecniche. Risulterebbe che l’isola ecologica del Vaticano sia in perenne difficoltà: mancano i bagni e le docce, ad esempio, per i lavoratori. Qualcuno ci spieghi come si fa a lavorare in mezzo alla monnezza senza avere a disposizione dei servizi igienici adeguati! E che fine fanno quei liquami (percolato, acidi, ad esempio, etc.) che fluiscono da tutto il materiale accumulato? Dalle griglie scendono … dove? Boh! Non sappiamo dirvelo. Non lo sappiamo, ma vorremmo fare una domanda all’assessore competente: ma le norme sono state rispettate? Oppure quell’isola – definita eufemisticamente ‘ecologia’ – sta per diventare come Sasso Rosso? Ecologia del disastro ambientale? Urge risposta. Sfido poi che per gli abitanti della zona, nei giorni di vento di ponente, la respirazione diventa un problema e la pura aria (una volta!) della nostra isola un ricordo lontano! In una precedente denuncia di Liberissimo è stato affrontato anche il problema del depuratore, il problema del maleodore, il problema dell’inquinamento da agenti volatilizzati. Come detto, restiamo in attesa di risposte. Convincenti, se possibile!.

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