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Galleria Giardinelli: i monitoraggi del Parco a un anno dall’incendio che devastò una parte dell’area SIC/ZPS

GIARDINELLINon vogliamo gettare la croce addosso a nessuno ma ci sia consentito dire che i traguardi raggiunti in un anno dal Commissario Leonardo Deri meritano la giusta considerazione. Ci sono ancora molti traguardi da raggiungere ma ci affidiamo a un proverbio: chi ben comincia è già a metà dell’opera.

Ad un anno di distanza dall’incendio di origine dolosa che devastò 6,68 ettari di macchia mediterranea pari a circa il 15% della penisola di Giardinelli sull’Isola di La Maddalena all’interno dell’area SIC ZPS “Arcipelago di La Maddalena”, l’ufficio ambiente dell’Ente Parco ha prodotto una nuova relazione di monitoraggio sull’evoluzione dello sviluppo e recupero di un’area di significativo pregio ambientale. Due le considerazioni principali che emergono in seguito all’analisi dei tecnici dell’Ente Parco: da un lato le condizioni di estrema compromissione delle specie di Ginepro (Juniperus phonicea) che al momento pare non possano essere recuperate, dall’altro l’aspetto positivo: l’incendio pare non abbia avuto caratteristiche tali da produrre una desertificazione irreversibile dell’area.
Per quello che riguarda le piante di ginepro, le piante bruciate sono perse e non sono in grado di rigenerarsi vegetativamente: l’unica speranza è affidata all’eventuale riserva di semi presenti nel sottosuolo in grado di ricostituire nel tempo il ginepreto. Qualora la rigenerazione spontanea delle specie non dovesse dare esito positivo l’Ente Parco valuterà l’opportunità di una reintegrazione artificiale.
Per quello che riguarda invece l’aspetto positivo, tutte le specie di latifoglie presenti nell’area hanno dimostrato una efficiente facoltà di rigenerazione con abbondanti ricacci di polloni di Mirto (Myrtus communis), Fillirea (Phyllirea angustifolia), Lentisco (Pistacia lentiscus), Cisto (Cistus sp.), Olivastro (Olea oleaster), Alaterno (Rhamnus alaternus), Ginestra di Corsica (Genista corsa), Asparago bianco (Asparagus albus) e Asparago pungente (Asparagus acutifolius). Questi aspetti sono fondamentali dal punto di vista ecologico perché si può ipotizzare che nell’arco di qualche anno e in assenza di fenomeni esterni (azione dei cinghiali, siccità, calpestio, attacchi fitosanitari ecc.) si possa ristabilire uno strato vegetale con un buon livello di biodiversità e si possano limitare fenomeni erosivi del suolo e impatti negativi sul paesaggio.
I tecnici dell’Ente ritengono fondamentali una serie di azioni di presidio sull’area sottoposta ad incendio per valutare la rigenerazione dello strato vegetale. Pertanto l’Ente provvederà ad organizzare la rimozione dei rifiuti, il monitoraggio costante in modo da seguire l’andamento nel tempo di un’ampia gamma di specie e il monitoraggio relativo alla presenza dei cinghiali nell’area in quanto la loro azione potrebbe impattare negativamente sul rinnovo delle specie vegetali.

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