Attualità»

Galleria Forte Sant’Andrea e ex Artiglieria rimesse a nuovo

MUREDDU 3Di Barbara Calanca

Sogno o son desta? Due anni passati a denunciare il degrado nel cuore di La Maddalena, nell’Artiglieria e nella zona dell’ingresso secondario del forte sant’Andrea ai Tozzi. Niente: sembrava parlare ad un muro di gomma. Tutti impegnati nei grandi progetti impossibili, quelli che promettono posti di lavoro, ma tanto poi sono irrealizzabili con la scusa che: ”I soldi ci sono ma non li possiamo utilizzare perché c’è il Patto di Stabilità”. Io invece, come tanti altri, volevo solo un po’ di ordine e pulizia, vivere in un paese decente e non vergognarmi ogni estate quando parcheggiando la macchina all’Artiglieria mi ritrovavo il turista schifato che si guardava attorno scuotendo la testa e ripetendo: “Ogni anno è peggio..”. Volevo insomma vivere in un posto decoroso dove la somma delle piccole cose realizzabili facesse la vera differenza nella qualità della vita. E adesso, voilà in due giorni tutto pulito, allora si poteva fare! Come togliere le ragnatele a una vecchia casa e predisporla ad un uso migliore. Se il buongiorno si vede dal mattino direi che potremo tornare a sorridere perché non è una questione da poco. Proprio oggi, riferito ad un altro episodio di inciviltà ho ricordato la “ teoria del vetro rotto”. In una collettività il disordine e la criminalità sono in genere inestricabilmente collegati, in una sorta di spirale ascendente. MUREDDU 4 Se una finestra rotta non riparata indica incuria, romperne altre non comporta niente. Philip Zimbardo, psicologo di Stanford, nel 1969 pubblicò il risultato di alcuni esperimenti di verifica della “teoria dei vetri rotti”. Fece parcheggiare un’ automobile senza targa, col cofano aperto in una strada del Bronx, e un’ automobile analoga in una via di Palo Alto, in California. La macchina nel Bronx subì l’ assalto dei “vandali” nel giro di dieci minuti. Tempo ventiquattrore e in pratica tutte le componenti di valore erano state estratte dall’ auto. Iniziò poi la demolizione casuale, finestrini infranti, componenti fatte a pezzi, tappezzeria strappata. I bambini iniziarono ad usare l’ auto come parco giochi. La maggioranza dei “vandali” adulti erano bianchi ben vestiti, dall’ aspetto per bene. La macchina a Palo Alto restò intatta per più di una settimana. Poi Zimbardo ne fracassò una parte con una mazza da fabbro. Presto i passanti lo imitarono. Nel giro di poche ore l’ auto era stata ribaltata e completamente distrutta. Conclusione: i beni incustoditi diventano bersaglio di gente in cerca di svago o di bottino e anche di persone che normalmente non si sognerebbero di fare cose del genere e che probabilmente si considerano ligi alla legge. Ma il vandalismo può verificarsi ovunque una volta che le barriere collettive – il senso di rispetto reciproco e i doveri di civiltà – vengono abbassate da atti interpretabili come segnale di incuria. La tesi è che il comportamento “trascurato” porta anche alla distruzione degli strumenti di controllo collettivi. Quando una proprietà viene abbandonata, il terreno invaso dalle erbacce, una finestra spaccata, la spazzatura si accumula, il quartiere cesserà di esistere e sarà vulnerabile all’ invasione da parte della criminalità. Ecco, comprendere questo principio di base è già un benaugurante salto culturale e non è casuale, perché l’assessore Zonca e il delegato Mureddu, artefici di questo cambiamento, la teoria dei vetri rotti la conoscono bene…..

© RIPRODUZIONE RISERVATA -

I commenti sono disabilitati

Non è possibile inviare un commento in questo articolo

Pubblicità