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Difendiamo con il coltello tra i denti il nostro diritto a esistere.

CONSIGLIODi Salvatore Abate

Caro Antonello,
devo essere sincero, mi attendevo una maggiore partecipazione popolare al Consiglio comunale del 9 novembre scorso, che aveva un unico punto all’ordine del giorno: le condizioni del nostro ospedale.
Non c’era tantissima gente: sarà stato a causa del maltempo, del ponente che soffia impetuoso, in questi giorni, o, piuttosto, della disillusione dei maddalenini?
Se il motivo è il vento, allora attendiamoci, una partecipazione larga, massiccia, alla manifestazione di sabato: in fondo dobbiamo difendere con il coltello tra i denti il nostro diritto a esistere, come isolani.
Se invece, il fatto che il salone consiliare del Comune non fosse affollato come in altre occasioni, dove si sono discusse tematiche cruciali, era dovuto allo scetticismo della “base”, allora qualche riflessione, a mente fredda, occorre elaborarla.
Mi è sembrato di capire, dai discorsi dell’assessore Massimiliano Guccini e del Sindaco Luca Montella, che, nonostante le rassicurazioni ricevute con ogni crisma di “sacralità” dai dignitari della sanità in Regione, o in ambito di ex Azienda Sanitaria Locale, le sottrazioni, i furti li definirei, ai nostri danni, stanno avvenendo a ogni piè sospinto.
Stringenti logiche di economia e di rigore li giustificano, anzi li impongono.
Ma, negli anni in cui stavamo piegati sui libri, abbiamo imparato che il fine di un’istituzione rappresentativa del popolo (nazionale, regionale, locale) è quello di garantire il benessere di chi rappresenta. Lo Stato e la Regione, non sono imprese commerciale che, per continuare a operare “in salute” hanno l’obbligo di tenere i conti a posto e, se possibile, avere un saldo di bilancio in attivo.
Quindi, ho la sensazione che i maddalenini si sentano abbandonati, almeno dalla Regione, e dall’ex ASL, che ne è la l”onga manus”.
Tuttavia, il documento unitario approvato dall’assemblea civica è di buon auspicio: è servito a lanciare un segnale importante. A livello politico, l’unitarietà è stata ritrovata.
I cittadini hanno, adesso, il dovere di seguire i loro rappresentanti in questa battaglia campale.
Siamo arrivati, forse, all’ultima spiaggia! Il disinteresse, sinora, ha determinato la nostra condanna.
Invertiamo la rotta e prendiamoci, come corpo sociale, tutte le nostre responsabilità.

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