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CONTINUA INDEFESSO IL LAVORO DEL GRUPPO NELLE ISOLE E NELLE ZONE INTERNE DELL’ARCIPELAGO.

E’ sempre più gravoso l’impegno dei 129 volontari iscritti nel gruppo “Un Arcipelago senza plastica”. di Salvatore Faggiani E’ giunto il momento di fare una seria riflessione sui numeri che gli assidui interventi del gruppo hanno evidenziato. Sono effettivamente numeri da brividi che segnalano un vero e proprio allarme ecologico perché se dall’ottobre 2018 ad oggi i volontari del gruppo hanno raccolto oltre 66 tonnellate di rifiuti nelle coste delle isole e nelle zone interne, ci troviamo di fronte ad una evidente quanto grave trascuratezza del nostro “habitat ecologico”. Sono rifiuti di ogni genere (plastica, polistirolo, copertoni di auto con e senza cerchioni, grossi tubi, cime di navi di grandi dimensioni, frigoriferi) che anche se è vero che la maggor parte di essi li ha portati il mare e anche vero che qualcuno li ha gettati in mare! E’ triste riconoscere una sgradita e terribile realtà: più benessere l’uomo produce e più cade nel degrado ambientale. Così si va verso la scomparsa delle nostre spiagge e delle nostre acque cristalline invidiate in tutto il mondo! Ad aggravare la suddetta situazione bisogna segnalare la presenza di oltre 40 barche abbandonate nelle cale delle isole dell’Arcipelago. Se non fosse per il continuo, faticoso ed eccellente intervento del “Gruppo Arcipelago senza plastica” la situazione sarebbe ancora più grave e forse irreversibile. E’ giusto sottolineare che il gruppo si amministra autonomamente e le spese vive diventano sempre più alte perché i volontari devono essere ben equipaggiati (tute, zaini, guanti, giacche a vento, sacchi per i rifiuti, ecc.) per svolgere l’attività di pulizia. In loro aiuto intervengono il Parco e i privati fornendo loro gommoni ed imbarcazioni necessarie per gli spostamenti via mare, ma viste le difficoltà e le varie problematiche che si incontrano sarebbe auspicabile e necessario anche un fattibile intervento di altri enti in particolare sullo sviluppo di una coscienza ambientale che rappresenta una componente essenziale per combattere il danno ecologico. E’ una procedura di notevole impatto emotivo sulle persone che può essere fatto tramite la rappresentazione visiva sotto forma di film o di arte. Insomma è arrivato il momento di intervenire con forza e anche con mezzi coercitivi nei confronti di chi deturpa l’ambiente ecologico, solo così la lodevole e lusinghiera opera del gruppo “Un Arcipelago senza plastica” può raggiungere il traguardo prefissato.

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