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Galleria Ci hanno venduto un mare di “fiabe”, mai un riscontro su quanto dichiaravano in consiglio

comitiDi Salvatore Abate

Nell’autunno scorso l’attività di quei piccoli balordi di quartiere che si divertono a compiere atti ai danni del patrimonio pubblico e di quello dei privati e che, sovente, con i loro comportamenti pseudo -delinquenziali mettono in pericolo anche la sicurezza delle persone, raggiunge il culmine con i noti episodi registrati in cronaca. Chi avrebbe dovuto garantire l’ordine pubblico, di fronte a tanto clamore, non può più fare finta che La Maddalena sia abitata solo da creature celesti. In città esiste un malessere sociale! Le cause? La situazione economica della città è sotto gli occhi di tutti. Il disagio è una logica conseguenza. La Maddalena fa parte del mondo. Si scopre l’acqua bollente. Vi sono, poi, quelli che danneggiano i beni altrui per puro diletto “emozionale”: anche il loro modo di fare denota una forma acuta di malessere.
Il 24 novembre del 2014, circa quattro mesi, non un’eternità fa, il Consiglio Comunale approva all’unanimità un ordine del giorno. Si chiedono al Prefetto: la convocazione di una conferenza di servizi per discutere riguardo ai problemi dell’ordine pubblico e alle possibili soluzioni, un intervento presso gli organi competenti affinché l’organico delle forze dell’ ordine preposte alla vigilanza del territorio comunale sia incrementato, per consentire proprio un monitoraggio costante di quelle zone del centro cittadino più interessate dai fenomeni delinquenziali e dagli atti di teppismo, e un supporto di idee e di mezzi per individuare forme di coordinamento e di collaborazione tra tutti gli enti istituzionalmente preposti alla tutela dell’ordine pubblico e alla prevenzione dei reati, contro il patrimonio e contro le persone. Al sindaco è conferito il mandato di reperire le risorse finanziarie necessarie per installare una rete di videosorveglianza nelle aree “sensibili” del territorio comunale.
Nella stessa occasione lo stesso Angelo Comiti dichiara che, per la necessità, vi sono a disposizione presso l’Unione dei Comuni circa centosettantamila euro ( una quota è per la nostra città), ventimila sono già previste nel bilancio, e, quindi, disponibili nelle casse, comunali.
Il 20 dicembre ignoti rubano le grondaie-fluviali alla scuola elementare di Moneta. Il Comune decide di indire una gara d’appalto per affidare il servizio di vigilanza. Vince al ribasso ( 650 euro al mese contro la concorrente che ne chiedeva 2500) la SGS Il servizio prevede la sorveglianza delle strutture comunali. Avrebbero dovuti iniziare il 1 gennaio 2015. La ragioneria comunale blocca tutto. Bambole non c’è una lira! O un ero, adeguiamoci ai tempi anche quando facciamo le battute Ma, scherzi a parte: a che gioco stiamo giocando? Sappiamo che venti cittadini pagano la vigilanza di tasca propria.
Il 25 gennaio l’ex assessore ai Servizi Sociali, Maria Pia Zonca, passata all’ opposizione, diffonde un comunicato stampa attraverso il quale stigmatizzava il comportamento di alcuni “vigliacchi”, come li definisce lei, che hanno preso di mira, con insulti e con minacce, una ragazza disabile e ricorda ai suoi ex colleghi della maggioranza del Consiglio Comunale che, nonostante i buoni propositi di affrontare e di tentare di risolvere gli ormai gravi problemi dell’ordine pubblico, non è stato fatto nulla e che alcuni privati cittadini, appunto, hanno posto mano al portafoglio per pagare una società di vigilanza privata o per installare le telecamere a circuito chiuso nelle proprie abitazioni. Il 17 novembre, la stessa Zonca, dopo che era stato consumato il ’gesto intimidatorio nei confronti di Antonello Sagheddu e di un altro cittadino, aveva inviato una lettera al Prefetto di Sassari Salvatore Mario Mulas, denunciando la situazione, non più tollerabile da parte dei cittadini, in cui versavano alcune vie del centro storico: ragazzi minorenni in preda ai fumi dell’alcool, o adulti un poco alticci, che si lasciavano andare a comportamenti poco consoni alle comuni regole del vivere civile, che vomitano o urinavano sui muri esterni davanti alle porte delle case altrui, che distruggevano aiuole e altri arredi. Il vandalismo toccava pure le zone periferiche dove ci si imbatteva in cartelli stradali divelti, in immondizia di derivazione varia, in detriti edilizi e in materiali di risulta, anche nel pericolosissimo Eternit. E vi erano da registrare anche i furti negli appartamenti e nei negozi, i danni al monumento ai caduti di Nassirya e altro di tanto ben operare. Anche in questa occasione si chiedeva di organizzare un coordinamento delle forze in campo, per prevenire e per “curare”.Il sindaco e l’amministrazione civica avrebbero dovuto farsene carico..
L’argomento, oggi, a ridosso delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale e per la scelta del nuovo sindaco, sembra essere sparito dall’agenda di tutti. Maggioranza ed opposizione. L’eco del fiume di parole pronunciate lo scorso autunno nel salone consiliare del Comune sembra essersi interrotto. Ma davvero non c’è neppure un euro nelle casse comunali per acquistare e sistemare gli impianti di videosorveglianza?
E neppure per pagare le guardie giurate? Il problema è serio allora. Mettiamoci l’elmo e pariamo gli scudi. Dobbiamo pure organizzare una difesa!

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